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Pellisser: "L'Europa si fa durissima per la Fiorentina. Italiano ha fatto un grande lavoro"

L'ex centravanti del Chievo, compagno di Italiano a Verona: "Tempo che la Fiorentina non riuscirà ad andare in Europa, le altre hanno qualcosa in più"

Sergio Pellisser, ex attaccante del Chievo ed ex compagno di mister Italiano quando giocava a Verona, è intervenuto ai microfoni di Radio Bruno. Queste le sue dichiarazioni: "Critiche a Italiano? Purtroppo l'Italia è così. Non ci si ricorda mai di cosa si è fatto prima e si guarda solo agli ultimi risultati.

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Indubbiamente le ultime tre sconfitte sono state brutte, giocate male e non con l'attenzione della squadra che tanto ha fatto bene prima. Però credo che Italiano abbia fatto un grande campionato, giocando a sprazzi anche meglio delle squadre che precedono la Fiorentina in classifica".

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EUROPA POSSIBILE. "Ho paura di no, perché la situazione è veramente ardua. Le altre forse in questo momento hanno qualcosa in più, però la Fiorentina ha fatto molto bene prima e non si può mai sapere". FUTURO DI ITALIANO. "L'ambizione di un tecnico dev'essere sempre quella di puntare al top, però credo che Firenze sia una delle tifoserie più importanti d'Italia.

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Una tifoseria pazzesca dal punto di vista dell'attaccamento alla maglia. Questo è bello, ovviamente hai anche addosso una pressione importante perché sono tanti anni che Firenze non riesce più a ottenere buoni risultati. Riuscire a far bene a Firenze sarebbe per questo molto bello, è sicuramente un obiettivo che Italiano vorrebbe centrare".

SU CABRAL. "Ha qualità, può migliorare ancora tanto. Firenze è una piazza molto difficile, perché i tifosi amano il calcio, lo capiscono e sono molto pretenziosi, non permettendoti di sbagliare tanto. Italiano può essere il tecnico giusto per insegnargli calcio".

SU PIATEK. "Quando è arrivato ha fatto bene, ha già esperienza nel calcio italiano. E' un attaccante che i gol te li fa sempre, può fare molto bene. Però non è tuo, io sono per avere i giocatori propri più che i prestiti, che ci tengono e non ci tengono alla maglia che indossano".


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