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Gazzetta - Fiorentina a picco. È il momento di pensare a un cambio di modulo

L'opposizione di Sohm sul gol di Lookman è la sintesi della fragilità mentale di tutta la Fiorentina. Le due punte incespicano, serve cambiare

Sarebbe quasi bastato il dopo gara delle due curve per "leggere" molto di questa sfida fra grandi deluse del campionato, scrive la Gazzetta dello Sport. Alti come sempre, ma stavolta felici, i cori di quella dell'Atalanta. Alta, nello spicchio di gente viola, era solo la voce di qualche capo ultrà nel chiamare i giocatori a raccolta dopo la nona sconfitta stagionale: un rito ormai abituale, ma stavolta - così è sembrato - per caricare la squadra. Ce n'è bisogno, a quota zero vittorie e 6 punti dopo 13 gare, il peggior bilancio della storia della Fiorentina: davvero la strada verso la salvezza rischia di essere molto accidentata, affrontandola con questo fiatone.

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FRAGILITA'. L'Atalanta ha avviato la sua rincorsa con l'unico risultato possibile e anche l'unica partita possibile: presa in mano quasi subito e poi dominata, almeno fino al 2-0. Segnato da Lookman, approfittando di una respinta di De Gea - l'avversario migliore, e pure questo dice molto - su colpo di testa da corner di De Ketelaere, su cui l'opposizione di Sohm è stata la sintesi della friabilità anche mentale di tutta la squadra. 

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SUPER DE GEA. Mai in questo campionato la Dea aveva tirato nove volte nello specchio, e se non è finita peggio per la Fiorentina è stato soprattutto per merito del suo portiere, che si è accanito con De Ketelaere cancellandogli almeno due gol, ma è stato decisivo anche su Zappacosta e De Roon. Nella sfida a distanza fra i due portieri, ha guadagnato il premio partita anche Carnesecchi, super soprattutto dopo 5' con una doppia parata su Kean e poi Piccoli, fermato di nuovo al minuto 36, poco prima del gol dell'1-0. Entrambe le chance su ripartenze un po' "scoperte": l'unico modo trovato dalla Viola per mettere in difficoltà l'Atalanta. 

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CAMBIARE QUALCOSA. Vanoli ha insistito sulla complicata coesistenza Kean-Piccoli, sperando di giocare palla addosso alle due punte pesanti, che però hanno incespicato in un totale di 27 palle perse in due; per questo ha rischiato un Dodo in evidenti condizioni precarie. Ma forse è davvero il momento di meditare un cambio di sistema di gioco, perché si sono confermate evidenti le difficoltà di Fagioli nel ruolo di play; l'ingresso di Gudmundsson, prima da interno e poi più avanzato, è stato ancora una volta impalpabile; Kean, che rimpiange i bei tempi dei 25 gol con Palladino, a volte affretta le soluzioni offensive trasudando frustrazione. Non può essere lui da solo a reggere la squadra sulle spalle ed è pure sfortunato: terzo legno di questo campionato, di testa su punizione calciata da Mandragora, un altro apparso molto a disagio nel grigiore della squadra.


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