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Meno gol, allarme in Serie A: colpa di preparazione, gare ravvicinate e infortuni?

Meno gol, allarme in Serie A. In Italia si segna molto meno. Tra queste spicca la Fiorentina. Colpa di preparazione, troppe gare ravvicinate e infortuni?

Il calcio italiano lancia un allarme: non si segna più, o almeno non si segna quanto negli ultimi anni, analizza la Gazzetta Dello Sport. Dopo i primi sei turni siamo al livello più basso dal 2010-11. Rispetto all’anno scorso ci siamo persi poco meno di 50 reti (47: con una media di 0,78 gol a partita), rispetto al 2020-21 siamo a 73 centri di differenza.

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Quella attuale è la media gol/partita più bassa dal 1993-94: adesso siamo a 2,450, all’epoca a 2,422 (a fine stagione). Ma il confronto più indicativo è quello con gli altri top campionati europei. Finora in questa stagione comanda nettamente la Ligue 1 (3,16) davanti a Bundesliga (2,93), Premier (2,92), Liga (2,66) e appunto Serie A (2,450).

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Dal 2019-20 in Italia si segnava più che in Inghilterra e Spagna: se vogliamo rimontare, serve una sveglia immediata. Nelle prossime settimane potremo avere un’idea più precisa sulla situazione, ossia se si tratta di una tendenza consolidata o di un fatto episodico, legato magari alle anomalie di una stagione che nella prima parte è decisamente compressa a causa del Mondiale autunnale.

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CAUSE. Tra le cause del rallentamento produttivo, ci può essere una preparazione accorciata che ha tolto tempo e allenamenti alle squadre che avevano bisogno di trovare nuove certezze. Però poi si deve fare anche un discorso di qualità.

Quanti giocatori forti nell’uno contro uno possiamo ammirare in Serie A? Pochi. Quanti giocatori centrano senza problemi e con continuità la porta dal limite dell’area? Non tanti. La carenza qualitativa ha effetti nefasti sullo spettacolo, sul livello delle partite e di conseguenza sul numero di gol.

Resta il fatto che negli anni scorsi si segnava comunque di più e allora è plausibile che sia cresciuta l’attenzione difensiva, che ci sia magari un atteggiamento più accorto dal punto di vista tattico, che la necessità di non farsi staccare a inizio stagione nel ciclo di partite ravvicinate abbia consigliato prudenza laddove nel recente passato c’era invece maggiore spavalderia.

E poi gli infortuni: Lukaku, Osimhen, Chiesa, Zapata, Origi, Nico Gonzalez, Zaniolo, Di Maria, per non dire di Ibrahimovic. Quando si viaggia a questi ritmi è più facile sbagliare, ma ci sono meno possibilità di permetterselo: così si gioca un calcio più chiuso, “controllato”, meno coraggioso.

Però il gol è anche coraggio: di chi progetta ancora prima di chi deve eseguire. (Spicca il crollo dei gol della Fiorentina, che tra fatti e subiti è ferma a 5 gol all'attivo e 6 al passivo in 6 gare, per una media inferiore ai 2 gol a partita).


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