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GdS - I conti dei club di A: Friedkin ha speso 1 miliardo, Commisso 474 milioni

I conti degli esborsi degli azionisti di maggioranza dei club di Serie A. Commisso ha speso circa 474 milioni di euro per la Fiorentina

Messi in fila, i venti azionisti di maggioranza della SerieA hanno speso complessivamente quasi 6 miliardi di euro, scrive la Gazzetta Dello Sport. Sono stati calcolati, per ciascuno di loro, gli esborsi sostenuti tra acquisto delle quote, versamenti/prestiti e sponsorizzazioni con parti correlate (nel caso di quei contratti commerciali oggettivamente fuori mercato).

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Sul podio Dan Friedkin è quello che si è esposto maggiormente. La Roma gli è costata, finora, quasi un miliardo. Per l’esattezza, 958 milioni, somma dei proventi necessari per rilevare il 100% delle azioni (199 alla cordata di Pallotta, 37 per il flottante di Piazza Affari) e dei versamenti nelle casse giallorosse (722).La fetta più grande è andata a coprire le enormi perdite di bilancio.

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Friedkin, peraltro, si è impegnato a finanziare il costo del nuovo stadio a Pietralata. Da un americano all’altro. L’investimento di RedBird nel Milan ammonta al momento a 825 milioni, in gran parte destinati a soddisfare le richieste di Elliott.

Nel 2022, stabilito in 1,15 miliardi l’equity value del Milan, Gerry Cardinale ha raccolto 600 milioni di capitale e, per la parte rimanente, ha utilizzato un vendor loan che, successivamente, è stato rifinanziato e rimborsato in parte girando a Elliott 170 milioni.

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Ridotto l’apporto di risorse nella società rossonera: 55 milioni, funzionali al progetto stadio. Completa il podio dei “big spender” la holding degli Agnelli. A partire dal 2001, la Exor (ex Ifi/Ifil) guidata da John Elkann ha partecipato a cinque ricapitalizzazioni: 63 milioni sui 104,8 del 2007, 78 milioni sui 120 del 2011, 191 milioni sui 300 del 2019, 255 milioni sui 400 del 2021 e 128 milioni sui 200 del 2024.

Totale di 715 milioni, cui si aggiungono i 15 versati a marzo, in vista di un aumento di capitale riservato ad investitori istituzionali fino a un massimo di 110 milioni, da definire alla fine dell’estate. Le iniezioni di liquidità dall’estero sono state fondamentali, in questi anni, per un calcio italiano in crisi sistemica, orfano degli storici mecenati, in ritardo rispetto alle principali leghe europee e travolto dall’emergenza Covid.

Il prestito concesso da Oaktree a Zhang nel 2021 ha consentito all’Inter di pagare gli stipendi. Il mancato rimborso dei proprietari cinesi ha tramutato, tre anni dopo, il fondo californiano da creditore ad azionista, con il manager Alejandro Cano a capo del dossier Inter.

Quei 390 milioni di finanziamento evaporato (prestiti inclusi) rappresentano la polpa dell’esposizione di Oaktree, pari a 442 milioni per effetto dei successivi versamenti. Un affare, considerato che il club nerazzurro ha un enterprise value di 1,7 miliardi secondo Football Benchmark.

Colpiscono di più i 474 milioni spesi da Rocco Commisso nella Fiorentina (di cui 122 per il Viola Park) e i 443,5 di Kyle Krause nel Parma: è vero che l’arco temporale è maggiore (il primo è proprietario dal 2019, il secondo dal 2020) ma le due società presentano volumi economici nettamente inferiori all’Inter.

E ancor di più impressionano i 390 milioni dei fratelli Hartono, Michael e Robert, che nel 2019 hanno rilevato il Como tra i dilettanti per 200mila euro. Gli indonesiani, i proprietari più ricchi della Serie A secondo Forbes (patrimonio di 50 miliardi di dollari), hanno concentrato gli investimenti negli ultimi tempi, soprattutto dall’approdo nella massima categoria.

I 390 milioni, iniettati nella controllante inglese Sent Entertainment, non riguardano solo la squadra di calcio ma anche le attività connesse, dall’immobiliare al retail all’academy alla tv, nell’ambito di un ambizioso progetto di sport, turismo e intrattenimento.


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