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CorrFio: un 1-0 che pesa come un macigno. Tanto impegno dei viola, ma poco altro

Fiorentina più vicina alla zona retrocessione che all'Europa. La sensazione è che là davanti ci siano valori troppo superiori

Un’altra gara senza segnare per la Fiorentina e, soprattutto, un’altra sconfitta in trasferta, scrive il Corriere Fiorentino. Un 1-0 che pesa come un macigno. Sul morale, e sulla classifica. Basta pensare che oggi, i viola sono più vicini alla zona retrocessione che all’Europa.

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Certo, il tempo per recuperare c’è, ma la sensazione è che là davanti ci siano valori troppo superiori a questa Fiorentina. E quella con l’Atalanta era, da questo punto di vista, una buona occasione per misurarsi. Contro una squadra ancora imbattuta e, soprattutto, decisa a tutto per vendicare le tre sconfitte dell’anno scorso.

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Per cercare il poker evocato anche da Commisso alla vigilia (orrendi i cori con i quali lo hanno «accolto» i tifosi di casa) Italiano ha scelto una squadra (abbastanza) simile a quella che, prima dello stop, aveva battuto il Verona.

La difesa, per esempio, era la stessa. Cambiava, invece, il centrocampo. Non il tandem Amrabat-Mandragora, ma l’ex Toro in regia con Bonaventura e Barak ai suoi lati. Il segnale più forte però, ancora una volta, è arrivato dall’attacco.

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Ancora Kouame centravanti, con Cabral e Jovic a sedere. Il problema, per la Fiorentina, era (al solito) la mancanza di profondità. La cercava, con Kouame e Ikonè in particolare, ma non la trovava. Ne è venuto fuori un primo tempo equilibrato, non spettacolare, ma intenso.

Ritmi alti, pochi spazi, qualche tentativo da fuori, e tanta lotta. Soprattutto a centrocampo. L’unico, vero brivido, il rosso (poi trasformato in giallo dal Var) a Kouame. Gare così, in genere, si sbloccano con un episodio. O con la giocata di un singolo.

Come quella con cui Muriel, dopo 15’ della ripresa, si è letteralmente inventato l’assist per l’1-0 di Lookman. Geniale, il colombiano, ma favorito da un Quarta tanto, troppo morbido. Che nel secondo tempo tirasse un’altra aria comunque s’era capito subito e il gol non è stato altro che la logica conseguenza della pressione nerazzurra.

Per rimetterla in piedi Italiano s’è giocato la carta Jovic (al posto di Barak), disegnando a quel punto una specie di 4-2-4 col serbo al fianco di Kouame, con Ikoné e Saponara (tolto alla fine per buttar dentro anche Cabral) sugli esterni.

Alla volontà iper offensiva però, non son seguiti i fatti. Tanto impegno, per intendersi, molto cuore, ma poco altro. Si torna sempre lì. Ad una squadra che tira poco, segna ancora meno e, di conseguenza, fatica da matti a trovare punti.


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