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L'approccio leggero, l'intuizione di Italiano e la fiammata di Cabral: la Viola riparte

La zampata del brasiliano ha interrotto la maledizione delle trasferte: 2-1 come nella scorsa stagione, sotto una pioggia di fischi

È finita come nello scorso campionato, ancora una volta con il protagonista che non ti aspetti. A San Valentino, a sancire il 2-1 della Fiorentina all’ultimo minuto nel bollente catino dello Spezia, era stato Amrabat. Stavolta invece a fare esplodere di gioia Firenze quasi a tempo scaduto ci ha pensato Cabral (due gol e un assist nelle ultime tre gare di Serie A) che con i titoli di coda ormai in bella visione - e la netta sensazione dell’ennesima prova opaca dei suoi - ha trovato la zampata vincente che ha interrotto la maledizione in trasferta viola: 203 giorni dopo l’ultima volta, Biraghi e compagni sono tornati a esultare in trasferta anche in campionato.

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Un’era sportiva fa spazzata via in un batter d’occhio nella prova forse più di sofferenza (ma allo stesso tempo di tenacia) della squadra di Italiano, che per la seconda volta di fila si è tolto la soddisfazione di battere la sua ex squadra nel proprio stadio, sotto la solita pioggia di fischi.

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Così scrive Il Corriere dello Sport - Stadio. APPROCCIO MORBIDO. Tre punti vitali che, pur non rilanciando molto le ambizioni di classifica dellaFiorentina (la zona Europa resta distante nove punti) permettono ai viola di prendere una boccata d’ossigeno su quella calda, ora lontana sette lunghezze.

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Al Picco il copione recitato dalla Fiorentina è parso lo stesso scandito a memoria (e con preoccupante regolarità) nel corso delle ultime partite. Dalla Lazio al Basaksehir, passando per Lecce e Inter: approccio leggero, letture difensive sbadate (merito, forse, del 3-5-2 varato da Gotti con Verde in panchina che ha sorpreso in partenza Italiano) e mordente rimasto negli spogliatoi.

E questo nonostante i cinque cambi nell’undici iniziale rispetto al successo di Coppa sui turchi. Fino alla rete (una luce nel buio) di Milenkovic su calcio d’angolo che ha rotto gli equilibri della partita al quarto d’ora, erano state almeno tre le palle gol che la squadra di Gotti si era divorata, con Terracciano (il migliore) assoluto protagonista.

INTUIZIONE. Dopo il palo di Jovic e il pari di Nzola, è servita un’intuizione di Italiano attorno all’ora di gioco per sbrogliare la matassa di una gara che rischiava di diventare molto pericolosa, ovvero il passaggio dal 4-2-3-1 di partenza a un innovativo 4-2-4 con l’inserimento di Saponara sulla fascia e lo spostamento di Jovic (e subito dopo Cabral) al centro in coppia con Kouame: uno stravolgimento a trazione anteriore che ha rotto gli equilibri di una ripresa a tratti soporifera e che, assieme alla giusta espulsione di Nikolaou rivista al Var per un fallaccio sul brasiliano, ha permesso alla Fiorentina di mettere la freccia e di vincere la partita in un’azione avviata da Ikoné.


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