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La zampata di Cabral, l'urlo di Italiano: cambio decisivo. E' tardi (o no) per l'Europa?

La Fiorentina riparte con il gol da tre punti di Cabral a La Spezia. Il 4-2-3-1 funziona meglio, là davanti si dialoga di più. Ma ancora è poco

L’urlo di Vincenzo Italiano al triplice fischio dell’arbitro rende l’idea di quanta importanza abbia questa vittoria per la Fiorentina. La Viola non ha giocato una grande partita, ha sofferto l’intensità a tutto campo dello Spezia, ma grazie alla zampata al 90’ di Cabral ha portato a casa tre punti d’oro, utili a migliorare una classifica non ancora soddisfacente ma che spazza via parecchi cattivi pensieri.

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Dopo il successo-qualificazione in Conference, ecco il primo successo in trasferta della stagione dopo più di sei mesi di digiuno: l’ultima gioia lontana dal Franchi era stata quella ad aprile, il 3-2 a Napoli in cui aveva segnato anche allora Cabral.

Così scrive La Gazzetta dello Sport. CAMBIO DECISIVO. Se la Fiorentina trovasse continuità di risultati farebbe ancora in tempo ad agganciare il treno dell’Europa meno nobile. Ma Italiano, fischiatissimo ex, preferisce giustamente fare un passo alla volta e l’aver mandato in archivio un ottobre un po’ meno nero (un solo punto prima di ieri) è già un buon traguardo per una squadra alla ricerca dell’identità perduta.

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Stavolta è stato decisivo il cambio al 77’: Italiano ha buttato dentro Cabral togliendo Jovic e il brasiliano prima ha fatto espellere Nikolaou (fallo inutile a centrocampo che è sfuggito a Massa ma non al Var Paterna) e poi ha imbucato i tre punti della gloria, quando la gara sembrava indirizzata verso un pari che probabilmente sarebbe stato più giusto.

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NIENTE FACILI ENTUSIASMI. Tre punti d’oro per Italiano ma attenzione ai facili entusiasmi. La Fiorentina è una squadra che fa tanto possesso palla ma che fatica a trovare la via della rete con gli attaccanti. Jovic non ha segnato ma un paio di occasioni se le è create e il dialogo con Kouame è stato piuttosto proficuo.

Il serbo è stato sfortunato sul palo ma ha dimostrato di essere vivo. Con il 4-2-3-1 il dialogo tra lo stesso Jovic e la coppia Kouame-Ikoné sembra funzionare. Ma per tornare ai livelli dell’anno scorso serve di più.


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