Jovic, croce e delizia. Rischio scarso feeling col pubblico, ma i gol lo rilanciano
A Firenze tiene banco l’esultanza del serbo: il rischio dello scarso feeling col pubblico, il precedente Ilicic e le coccole di Italiano
“Ma icchè c’ha Jovic? ”. A Firenze, ieri, non si parlava d’altro. Bar, radio, siti internet. Anche perché, un po’ tutti, pensavano che la storia si fosse aperta e chiusa sabato sera, dopo il gol all’Inter. E invece no. Altre due reti, giovedì, e altre due esultanze polemiche.
E se è vero che quel ruotare il dito vicino all’orecchio è il suo modo di festeggiare da sempre (lo faceva con l’Eintracht Francoforte e lo aveva fatto anche dopo il primo timbro in viola, contro la Cremonese) di certo non si possono non notare le differenze.
Scrive il Corriere Fiorentino.
Prima il gesto delle chiacchiere (sabato). Poi, giovedì, le mani portate platealmente dietro alle orecchie
Non a caso dopo la doppietta sia Bonaventura che Biraghi hanno provato (invano) a fermarlo. Sapevano, a cosa andava incontro. Sapevano che, vista la situazione, non era il caso. Luka, però, è fatto così. «È un ragazzo sensibile», spiegava Italiano dopo la sfida col Basaksehir e chi conosce l’attaccante serbo assicura che sia realmente così.
Dietro quegli occhi di ghiaccio si nasconde un animo particolare. Con il quale, più che il bastone, va usata la carota. Se ne è accorto lo stesso mister che, dopo aver provato a lungo a stimolarlo con toni forti, ultimamente ha cambiato strategia.
Meno urla, e più coccole. Un caso, quello di Jovic, molto simile a quello di Josip Ilicic. Un altro che, da queste parti, ha avuto un rapporto spesso (molto) teso con la tifoseria. Anche lo sloveno esultò polemizzando con il Franchi arrivando addirittura, in una trasferta a Cagliari, ad uno scontro (quasi) fisico.
Luka insomma non è il primo, e non sarà l’ultimo. Lo stesso Giovanni Simeone, ragazzo tutto fuorché incline al litigio, dopo un lungo periodo difficile esultò zittendo la curva. Nel suo caso però, le scuse furono immediate.
Stavolta no. Stavolta, il 7, ha deciso di tirar dritto per la sua strada
A dargli particolarmente fastidio pare sia stato quanto sentito dopo la gara col Lecce. E le accuse di aver chiesto il cambio senza far nulla per cercare di restare in campo. È stato, quello, il punto più basso di un avvio di stagione tremendamente difficile.
Ma dal quale, l’ex Real Madrid, si sta tirando fuori nel migliore dei modi. Tre gol consecutivi (uno all’Inter, due al Basaksehir) che, uniti ai due segnati tra andata e ritorno con gli Hearts, portano a cinque il conto nelle ultime sei.
Un filotto che gli permette di essere l’attaccante della Serie A che ad ottobre, tra campionato e coppe, ha segnato di più. In totale sono 6 i centri (in 17 partite) spalmati su 914’ giocati: uno ogni 152’. Pian piano insomma, i conti iniziano a tornare.
Soprattutto in Europa. Al momento infatti, Jovic (insieme a Morales del Villarreal, Ishak del Poznan, Dovbyk del Dnipro e Diabate del Partizan) guida la classifica marcatori della Conference League. Discorso diverso in campionato dove Luka, con 2 centri, è ancora in ritardo.
Lui, come la Fiorentina. Per questo, già domani, Italiano si affiderà ancora una volta a lui e a Kouame (l’uomo in più di questo inizio di stagione che ieri per altro è diventato babbo di Kenan Phils) sperando di iniziare sul serio la risalita.
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