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Il riscatto degli attaccanti (e dei nuovi arrivati): Cabral, Ikone e Jovic trovano il gol

Nella storta serata viola si registrano le reti degli ultimi acquisti viola: Cabral e Ikone (gennaio) e Jovic (luglio)

Una delle battute che va per la maggiore in questi casi è quella che sentenzia che ormai è troppo tardi per salire sul carro. Se questo carro esistesse e avesse un nome, dopo la partita di ieri si chiamerebbe «mercato di riparazione».

Nella serata del Franchi, infatti, oltre al k.o. all’ultimo contro l’Inter (3-4), si è consumato una specie di riscatto dei due acquisti di gennaio, entrambi a segno: Jonathan Ikoné e Arthur Cabral, arrivati nei giorni della cessione di Vlahovic.

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Per l’ala francese è parsa una questione di destino. Al massimo sarebbe dovuto entrare nella ripresa invece ha giocato da semi-titolare perché dopo 8 minuti Nico Gonzalez ha chiesto il cambio. Scrive il Corriere Fiorentino. Poco dopo ha provato a segnare facendosi strada in area, ma mettendola, a giro, sopra la porta di Onana.

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Un movimento che ha replicato al 60’, quando in pratica si è bevuto Acerbi e questa volta, dopo la sterzata, ha calibrato bene il mancino. Una bordata all’incrocio che ha fatto tremare la traversa. Una rete importante sia per lui che per il risultato (anche se poco dopo Lautaro Martinez ha segnato su rigore) perché ha dato continuità ai passi in avanti mostrati negli ultimi tempi.

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Il secondo nel giro di un mese dopo quello rifilato al Verona. Anche in quel caso molto bello e dopo una percussione simile. Di cui beneficia pure Italiano perché il momentaneo pareggio contro l’Inter aveva premiato la scelta «offensiva» del secondo tempo: la rinuncia a un interno di centrocampo, Duncan, per lanciare Jovic e giocarsela con due punte.

O meglio una punta e mezzo, con il serbo leggermente arretrato ad agire quasi da trequartista.

Prima di Ikoné, invece, si era sbloccato Cabral

Lui sì che non segnava da una vita, dal 18 agosto ovvero il primo dei due confronti del playoff di Conference League contro il Twente. Anzi, negli ultimi tempi Italiano lo aveva parcheggiato in panchina senza troppi complimenti.

In Europa aveva giocato tre minuti della seconda sfida contro gli Hearts, finendo tra le riserve nella seconda esattamente come contro la Lazio in campionato. Undici minuti con Juventus e Verona, cinque col Bologna e poi di nuovo tre con l’Atalanta.

L’occasione gli si era presentata a Lecce, un po’ come Ikoné ieri sera, quando Jovic è stato costretto a tornare subito a sedere per un problema fisico. L’aveva sfruttata bene, anche se poi a referto è finito solo un assist. Contro l’Inter non ha avuto molte occasioni, ma del resto dopo che gli ospiti erano andati in doppio vantaggio nel primo quarto d’ora hanno chiuso bene ogni spazio.

E lì Cabral è stato bravo a segnare un rigore con un sacco di pressione addosso. Ha calciato, ha fatto centro, ha riaperto la partita e forse anche il ballottaggio con Jovic che nelle ultime settimane lo aveva sempre visto in svantaggio.

Poi si è lasciato andare a un’esultanza liberatoria e ha chiamato a raccolta i tifosi. Re Artù non è ancora tornato, ma sa che l’unica strada per riprendersi il trono è quella dei gol.

Infine, il 3-3

Firmato da Luka Jovic con una mezza rovesciata su angolo che ha fatto impazzire (solo per qualche minuto) il Franchi. E permesso anche a lui di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Tutto rovinato dal quarto gol nerazzurro (l’ottavo nelle ultime due partite in casa in serie A).

E da una sconfitta che brucia.


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