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Pioli, Kean e gli altri ingredienti: Firenze si riprende la Fiorentina (e viceversa)

Sottil e Beltran non convincono, Mandragora e Gud da recuperare, Fortini e Viti da scoprire. Qualità, pressioni alte: le novità di Pioli

Quattordici giorni di ritiro, sei sedute a porte aperte, tre amichevoli e un bagno di folla che ha accompagnato la squadra.

Luglio ha riconsegnato la Fiorentina a Firenze e Firenze alla Fiorentina e il risultato è stato di serenità e coesione, nonostante la burrascosa chiusura della stagione 2024-25. Tanti i fattori coincidenti che hanno contribuito a questa inversione di sentimenti, in primis legati alla figura e all’empatia di Stefano Pioli e alla permanenza di Moise Kean, le leve grazie a cui sollevare le aspettative del mondo viola.

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Così scrive il Corriere Fiorentino. NOVITA'. Il campo ha fatto intravedere le prime specificità: il dialogo allenatore-giocatori, la difesa a 3, gli esterni a tutta fascia, la qualità in avanti (con o senza tridente pesante).

A centrocampo il cantiere è invece ancora ben visibile: Pioli si è affidato a più soluzioni (Fagioli, il reparto a 2 e le varie opzioni di raccordo tra le linee) ma la sensazione è che quanto visto fin qui sia solo l’antipasto del reparto che verrà.

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Le novità rispetto al recente passato, ad ogni modo, abbondano: movimenti fluidi, interscambi di posizione, una pressione feroce nelle metà campo avversarie, una linea difensiva alta. IN & OUT. Gudmundsson e Mandragora, alle prese con un lavoro personalizzato, sono stati a disposizione sono per l’amichevole inaugurale, mentre Fortini non ha ancora potuto esordire per le scorie dell’infortunio occorsogli al termine della scorsa stagione.

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Ogni precampionato si compone anche di suggestioni, visioni e persino miraggi: i 60 minuti — divisi in due partite — giocati da Sabiri hanno riacceso un paradossale tormentone che accompagna la Fiorentina da anni, e che sia un sogno o un’allucinazione di mezza estate sarà il tempo a svelarlo (LEGGI QUI IL FOCUS DI LAVIOLA.IT).

DOWN. Poche le note stridenti: Sottil è apparso svagato e nervoso, Beltran poco convinto e convincente, Parisi un po’ timido e Viti frenato dai guai fisici, ma la base di partenza è incoraggiante. Basti pensare alle sfide con Bolton e Preston dello scorso anno.

Le conferme e i primi arrivi (Dzeko ha già catalizzato l’attenzione per personalità e cultura vincente) hanno cristallizzato una rosa più pronta rispetto al passato verso l’esordio nei preliminari di Conference, ora distante 26 giorni.


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