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Nove cambi e cinque esordi: stavolta il super turnover non dà frutti

I tanti cambiamenti dettati dai playoff di Conference stavolta non pagano. La Fiorentina è ancora una squadra da "lavori in corso"

Come scrive il Corriere Fiorentino, delle diciannove conclusioni tentate verso Vicario, quasi nessuna è parsa così pericolosa da poter entrare nella rete. E così questa volta, nonostante il turnover di Vincenzo Italiano per avere una formazione più fresca possibile, il risultato non si è sbloccato.

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Una scelta obbligata, dal momento che la Fiorentina è la squadra che in questo avvio di stagione giocherà più partite di tutte contando il playoff in due gare contro il Twente (la seconda, decisiva, giovedì in Olanda), che nel derby in casa dell’Empoli si è trasformata in un dazio da pagare.

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Cambi, sia quelli del primo minuto che quelli a gara in corso, che non sono serviti per segnare almeno un gol nonostante l’uomo in più dal 67’ in poi (due in più nel finale per l’infortunio di Cambiaghi). Nella terza formazione diversa su altrettante partite, il tecnico ha dato spazio a nove undicesimi nuovi rispetto all’ultima uscita, compresi gli esordi dal primo minuto di Dodo, Terzic, Mandragora, oltre a Saponara e Ikoné sugli esterni.

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Cambiamenti che ricordano — nonostante i due successi su due degli scorsi giorni — come attorno alla Fiorentina ci sia ancora avvolto il nastro giallo dei «lavori in corso», con dinamiche e movimenti da consolidare in ogni reparto, ma anche la filosofia di Italiano, ribadita ieri, per tenere tutti sul pezzo: «Alleno giocatori di livello, chi si mette in mostra in settimana sa che avrà una chance.

Abbiamo cambiato tanto, però di questo sono contento perché offriamo buone prove».


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