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Nico Gonzalez-Fiorentina, è quasi rottura. Possibile ricucire il rapporto dopo il Mondiale?

Il comportamento dell'argentino in questi mesi ha infastidito società e tifosi. La sensazione è che la situazione sembri compromessa

Alla fine la maschera è caduta. E si è deciso di non salvare neanche l’apparenza. Le parole di Joe Barone e Vincenzo Italiano domenica sera a Milano non hanno lasciato dubbi. Tra Nico Gonzalez e la Fiorentina c’è un problema.

A questo punto certificato. «Ci sono calciatori che fisicamente sono qui e con la testa stanno pensando al Mondiale». E poi ancora: «Un giocatore che non è mentalmente al 100% e non può dare il massimo per la squadra è come se fosse infortunato».

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Scrive La Nazione. Dal dg all’allenatore, in mezzo la 13esima gara stagionale senza il migliore della rosa. Che ieri ha raggiunto in fretta il ritiro dell’Argentina ad Abu Dhabi ed è andato subito in campo per un primo allenamento aperto al pubblico.

Domani è previsto il test amichevole con gli Emirati Arabi prima del debutto Mondiale. In casa Fiorentina non c’è più alcun dubbio. Nico fisicamente sta bene (la società si era già espressa con un report medico il 25 ottobre...).

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E sarà protagonista con la maglia dell’Albiceleste. Non è il ventiseiesimo di Scaloni come tanti hanno pensato. Giocherà diverse partite. Si alternerà con Di Maria nel 4-1-3-2 che il ct pare voler schierare.

Resta però il problema di fondo

Il comportamento di Gonzalez non è piaciuto ai dirigenti viola. Nella rosa ci sono giocatori che hanno lottato fino all’ultimo per la maglia viola, consapevoli di rischiare dopo la convocazione. Amrabat è stato un leone a ‘San Siro’.

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Milenkovic si è battuto fino alla fine. Lo stesso Jovic ha giocato nel finale. Adesso c’è da chiedersi cosa succederà a gennaio, quando il Mondiale sarà finito e Gonzalez tornerà a Firenze. Lo strappo è netto, la Fiorentina sarà intenzionata a ricucirlo?

Ieri i tifosi si sono divisi sui social. Tanti sperano in un chiarimento, per averlo carico nella seconda parte di stagione per provare con lui a togliersi qualche soddisfazione in più. Gli stessi temono che la società possa cogliere la palla al balzo e decida di cedere (ancora una volta) il calciatore più forte della squadra.

E poi ci sono gli altri. Che non hanno intenzione di perdonarlo e che non vogliono più vederlo in maglia viola. Punti di vista diversi. Ma con un unico comune denominatore: il comportamento del 22 viola non è piaciuto a nessuno.


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