Napoli, Spalletti: "Italiano l'ho portato come esempio ai miei giocatori. Partita difficilissima"
Le dichiarazioni dell'allenatore azzurro nella conferenza stampa di vigilia
L'allenatore del Napoli, Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della gara contro la Fiorentina:"La resilienza fa la differenza, essere disponibili a rimettersi in gioco ed aver voglia di fare i calli nei piedi giorno dopo giorno, senza cercare il titolo facile che è molto più comodo.
Noi dobbiamo tentare di vincere queste sette partite, l'atteggiamento deve essere sin dal fischio dell'arbitro quello di mantenere equilibri ed attenzioni ma cercando di portare subito la partita a casa. Noi abbiamo ben chiaro il nostro cammino fino alla fine, poi è chiaro che ci sono altre squadre ed i risultati della prossima partita potranno dipendere da quella precedente.
Sono convinto che i ragazzi daranno tutto in queste sette partite. Lo scudetto possiamo vincerlo e non vincerlo, dobbiamo vivere serenamente questo periodo: al di là di come andrà, sarà una storia bellissima. Io penso che nessuno col cervello potrà dire fallimento in caso di non vittoria, raggiungere la Champions sarebbe un trionfo.
I nostri calciatori sanno ciò che vogliono e lo faranno vedere, se sarà sufficiente lo vedremo strada facendo. Però anche oggi in allenamento era chiaro il messaggio che loro hanno mandato, di come andava sviluppato l'allenamento e di quella che doveva essere l'intenzione.
Sono convinto sarà una bella partita". FIORENTINA. "Va dato merito alla società perché hanno fatto una squadra forte e lavorato bene sul mercato, e nella scelta dell'allenatore. Le insidie? Basta ricordare la partita di Coppa Italia dove abbiamo preso cinque gol in casa nostra.
Italiano l'ho portato come esempio ai miei giocatori, con la sua grinta sul 5-2 dove chiedeva di andare a pressare con un uomo in più. Così si infonde ai propri calciatori la determinazione per diventare una grande squadra. Gli va detto bravo, quello è il modo giusto e corretto.
Domani sarà insidiosa, propongono un calcio moderno al di là di ciò che dicono in televisione: vogliono gestire la palla, andare a fare un calcio veloce e fatto di pressioni alte e di avvolgimento di gioco sulle fasce esterne.
Sarà una partita difficilissima, ma sappiamo cosa dobbiamo fare e vogliamo provare a vincerla. Ma non dimentichiamo i cinque gol presi in Coppa, la difficoltàc'è tutta ed è stata evidenziata". GUERRA IN UCRAINA. "Il mondo del calcio si è già espresso, tutti hanno detto molte cose e si può aggiungere altro.
La guerra sta andando avanti e turba le coscienze, è un veleno che cola dentro le nostre case e ci impedisce di vivere serenamente vedere certe immagini che turbano la sensibilità. La reazione della gente è importante per fermare le guerre, ognuno può dare un contributo per quanto può, senza chiedersi quanto sia importante.
La guerra uccide chi la subisce, e uccide per sempre chi la fa e resta in vita. Ed è una cosa insopportabile vedere certe immagini". STADIO PIENO. "L'idea di calcio che vorremmo sviluppare, se fatta bene, l'abbiamo provata costantemente quando si è vinto e quando si è perso.
Anche voi dicevate che avevamo una squadra che ogni tanto aveva delle picchiate e si perdeva nelle difficoltà. Sono più le difficoltà a vincere fuori che in casa, aver vinto quelle partite lì ha più valore delle sconfitte in casa, figlie di tentativi di mettere in pratica quello che è il calcio che vogliamo sviluppare, non riusciti.
E poi qualche episodio che ci è girato contro, siamo riusciti a perdere partite senza subire tiri in porta, e qualche episodio c'è girato contro. Abbiamo avuto la volontà di ripeterci tutte le volte, e non dobbiamo far niente di differente da ciò che abbiamo fatto finora.
Con l'Udinese abbiamo fatto bene, se dentro la gara avremo momenti di difficoltà basterà alzare lo sguardo e guardarci attorno, sarà facile avere una reazione. La classifica dice che stiamo facendo bene, il Maradona pieno dice che stiamo facendo bene nel cuore dei napoletani: sanno vedere chi ha un comportamento o meno, è un premio che ci piace prenderci.
Lo stadio pieno è come un mantello che ti può far diventare un supereroe, e a noi fa grande piacere". MILAN. "Noi ragioniamo sulla possibilità nostra di fare corsa, di avere un'idea su quello che ci aspetta e su quello che vogliamo che ci aspetti in questo finale di campionato.
Come avevamo detto altre volte, arrivati a questo punto sarebbe ridicolo se non ammettessimo apertamente che noi, Milan, Inter e Juventus siamo in lotta per lo scudetto. Ce lo giochiamo al di là dei risultati degli avversari, andiamo per la nostra strada e la gestione dello spogliatoio diventa facile: abbiamo capito ormai con che professionisti doc abbiamo a che fare, il fatto che si sia in lotta per vincere dopo tutto quello che abbiamo passato è segno che abbiamo a che fare con ragazzi seri e professionisti veri.
Domenica li abbiamo trovati quasi tutti in condizione fisica e mentale nonostante le difficoltà della vigilia: se non hai tenuto un ritmo alto in allenamento, se non ti comporti da professionista, diventa difficile avere quel ritmo e quella qualità.
Ancor di più contro un avversario come l'Atalanta. Ora tutti nel Napoli vogliono giocarsi questa possibilità, e da domani lo faranno vedere". OSIMHEN. "Sta bene, ad inizio settimana c'è stato questo avvertimento in una partitina ed abbiamo preferito farlo staccare per precauzione.
Ci sarà, ha fatto gli ultimi allenamenti andando forte e non sentendo niente. Averlo è importante, ma non averlo ci ha aiutato a capire la qualità dei giocatori con cui abbiamo a che fare, ci ha confermato quanto è forte Mertens, Petagna quando ha giocato, Zanoli che non aveva mai giocato e fa il Di Lorenzo, Lozano e Elmas che entrano dopo e mettono al sicuro il risultato con forza e velocità, Osimhen è importantissimo, non lo spingete troppo...
non soffiate sempre, deve stare in un gioco corale e di squadra". RRAHMANI. "E' disponibile. E' una precauzione che ci siamo presi. Ha un po' di raffreddore. Tuttora è convocabile. I dottori sono in continuo contatto. L'abbiamo mandato a casa senza problemi".
LOBOTKA. "Il play forte è quello che ti dà soluzioni, sbocchi, il gioco di squadra, ma anche qui è facile ricordare che non sempre c'è stato, ha avuto infortuni, c'era Demme che è stato spesso il migliore in campo, ma io devo scegliere e farne giocare 11 e ho dato forza a Lobotka.
Demme non ha avuto quest'opportunità, ma quando entrerà si farà trovare pronto e questo fa la differenza, non prendere il posto di un altro ma giocare al suo fianco, così il gruppo diventa fortissimo. Lobotka forte, ma Demme forte quanto Lobo se lo avessi fatto giocare".
SOGNO. "Facilissimo da esprimere, ma non si dice, quello degli altri altrettanto facile da capire, lei se fosse nello spogliatoio con noi se ne accorgerebbe". MERTENS. "E' colpa mia, il colpevole ce l'ha davanti, lui meriterebbe di giocare tutte le gare, per come si allena, gioca, ragiona, per la sua qualità negli allenamenti.
Io sono convinto che ha dato un contributo importante se siamo con questa classifica, ma sono altrettanto convinto che deve ancora dare il meglio da qui alla fine. Su quelli come lui non si rimane delusi, il suo sentimento verso questi colori e questa città....
mi dispiace ma sono contento di avere persone così che mi restituiscono il massimo. Ruolo? Prima o seconda punta, con la Fiorentina giocò seconda punta in Coppa". FORMAZIONE. "Dubbi ne ho sempre, tutti si allenano bene e quando ce li hai a disposizione i dubbi verrebbero a chiunque, altre volte non li ho avuti e non avevo dubbi (ride, ndr).
Ora c'è l'importanza della parttia che mi aiuta sulle scelte, i giocatori daranno tutti il massimo, lo vogliono tutti con la partecipazione dello stadio e l'atteggiamento sarà uguale per tutti, chi entrerà e anche chi non giocherà da bordo campo".
GRUPPO-OBIETTIVI. "Io sono partito con questa intenzione, in una delle prime conferenze dissi che volevo sapere se si rendevano conto della loro forza nell'andare ad affrontare chiunque. Il gruppo poteva dire la sua in un campionato così difficile o collocarsi in un piano alto del condominio di cui parliamo.
Il momento in cui ci ha creduto di più? Questo, ora!"



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