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Gonzalez, la pace dopo le tensioni. Diverso da Chiesa e Vlahovic: ora c'è da rivalutarlo

La cena chiarificatrice tra Barone e Nico per una nuova pace tra le parti. Parole al miele dal dg, diverse da quelle pronunciate a Milano

È bastata una sera a cena, a pochi passi da Ponte Vecchio, per mettere (forse) la parola fine a quello che rischiava di trasformarsi nell’ennesimo tormentone di mercato viola. Nico Gonzalez e la Fiorentina, dopo le tensioni e le frecciate delle scorse settimane, sono tornati finalmente a parlarsi e tra le parti è di nuovo scoppiato l’amore.

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Se platonico o veritiero, lo dirà solo il tempo. A questo è servito il faccia a faccia andato in scena mercoledì nel cuore di Firenze tra l’argentino e il direttore generale Joe Barone. Un confronto disteso che ha ricomposto i cocci di un rapporto che a poche settimane dall’inizio del Mondiale sembrava quasi sull’orlo di franare.

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Fino a far credere che il club di Commisso stesse valutando il divorzio con il classe ’98 nel corso della finestra di gennaio. Troppi gli acciacchi accumulati dall’esterno in questo inizio di stagione, così come troppi erano stati i segnali che inducevano a pensare che l’ex Stoccarda stesse da mesi pensando solo alla Coppa del Mondo, torneo che poi ha dovuto saltare per colpa dell’ennesimo infortunio.

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Così scrive Il Corriere dello Sport - Stadio. RINASCITA. Uno scenario, questo, che ha finito per sparigliare le carte in tavola dell’area tecnica e che ha portato alla fine la Fiorentina a scendere a più miti consigli. Ricucire il legame con Gonzalez (anche se il club ha fatto sapere che il rapporto non è mai stato in crisi) significa non soltanto aver garantito a Italiano di poter contare anche per la seconda parte di stagione sul miglior talento della rosa ma anche poter rivalutare un calciatore che, pagato 27 milioni un anno e mezzo fa, adesso sul mercato ne varrebbe poco più della metà.

DETTAGLI. Tutto come non detto, quindi. Anche perché, a differenza degli strappi del passato prima con Chiesa e poi con Vlahovic, il contratto fino al 2026 che lega Nico alla Fiorentina (che rispetto ai suoi predecessori, prossimi alla scadenza, non ha mai chiesto la cessione) non induceva a pensare a un epilogo troppo diverso.


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