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Gol subito e dominio viola, Milan spiazzato. Ma non basta: la Fiorentina spreca e perde

Pronti-via e gol di Leao, ma la Fiorentina domina il primo tempo. Nella ripresa squadre più lunghe, la Viola paga la leggerezza davanti

A volte il gol precoce si trasforma in un problemaperché fa abbassare le difese immunitarie. Milan subito in rete, con Giroud bravo a innescare Leao nello spazio e con i marcatori viola troppo alti o dispersi. Lì la partita ha preso una piega inattesa, la Fiorentina si è impadronita del palcoscenico e il Milan si è ritratto.

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La Fiorentina ha imposto il suo calcio corto, radente e veloce. Barak, titolare dell’ultimo minuto per l’infortunio di Bonaventura, si è imposto come mattatore della trequarti e da un suo gioco di prestigio su Tomori è nata la prima grande palla gol: assist per Biraghi sulla sinistra, botta e palo.

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Prima dell’1-1 sono trascorsi altri venti minuti in cui il pareggio era nell’aria. Fiorentina regnante, in forza di un possesso rapido e fluente, verticale o ampio a seconda delle situazioni. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

PARI. Sottomesso il Milan, stranito dalla sfrontatezza viola. Ikonè sulla destra ha toccato alla perfezione per Venuti, cross basso dal fondo per Barak e tiro del ceco sporcato da Thiaw per la rete del pari. L’azione però va osservata e premiata per lo sviluppo, un meccanismo di tocchi e sovrapposizioni non casuale, ma frutto di lavoro.

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Non paga, la Fiorentina ha seguitato a tessere la sua tela, un impasto di aggressioni, di riconquiste e di attacchi, con i milanisti disorientati dai movimenti e dagli incastri dei viola. Il tempo però si è chiuso come era cominciato, con il Milan vicino al gol.

Prima un salvataggio di Milenkovic su Tonali al tiro da pochi passi, poi Venuti a spazzare sulla linea un pallonetto di Diaz. Due chance originate da pressioni su Amrabat, l’uomo che più di altri detiene i codici calcistici di Italiano.

PIGLIO ROSSONERO. Il Milan ha affrontato la ripresa con altro piglio, disposto a molto pur di prendersi tre punti vitali nella rincorsa al Napoli. Krunic cercava la trequarti più di quanto avesse fatto nel primo tempo, la squadra era meno passiva e Pioli ha cominciato a cambiarle i connotati con gli innesti di Origi e Dest (dopo 55 minuti).

Il primo ha aggiunto poco, il secondo ha portato una ventata di dinamismo. Più avanti sono entrati Vranckx e Rebic e Pioli si è convertito al 4-2-4. Qui si è consumato un passaggio chiave, perché Italiano ha risposto con un 3-5-2 e la Fiorentina è passata dalla “dominanza” al “contropiedismo”.

La partita è evoluta in altalena, si procedeva a ondate. Il Milan sprecava le sue opportunità, clamorosa quella buttava via da Leao davanti alla porta, e la Fiorentina faceva altrettanto, sciagurata la ripartenza dilapidata da Terzic, che ha ceduto alla tentazione di un inutile tiro e non ha servito Ikoné tutto solo sul lato debole milanista.

BEFFA FINALE. Dall'85’ in poi la partita si è spaccata in due. Il Milan avrebbe perso se Tomori non si fosse posizionato alle spalle di Tatarusanu per deviare il tiro a botta quasi sicura di Ikoné. Il Milan ha vinto perché con testardaggine non ha accettato il retropensiero del pareggio come male minore e a costo di rischiare la beffa ha insistito e osato.

Alla fine è bastato un traversone di Vranckx: l’uscita maldestra di Terracciano su Rebic ha fatto sì che il pallone carambolasse su Milenkovic e rotolasse in rete. Viola furiosi, ma la Fiorentina recrimini anche con sé stessa, non aver capitalizzato il dovuto è una colpa.


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