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Dodô, corso accelerato di Italiano: contro la Cremonese tocca a lui

Il brasiliano chiamato a bruciare le tappe anche perché Venuti continua a lavorare a parte dopo la botta presa nei primi giorni di Moena

Per uno come lui, abituato a macinare chilometri ad altissime velocità sulla fascia destra, non dovrebbe essere un grande problema. Di certo però, le prossime per Dodô saranno due settimane di lavoro a intensità massima. Un corso di recupero, con l’obiettivo di mettersi al pari dei compagni.

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Sotto tutti i punti di vista. Fisico, prima di tutto, visto che il brasiliano non gioca una partita ufficiale da dicembre. E che il lungo tira e molla tra Fiorentina e Shakhtar lo ha costretto a saltare (anche) tutto il ritiro di Moena.

Scrive il Corriere Fiorentino. E' molto probabile che il colpo fino ad oggi più importante del mercato viola (per prenderlo sono stati investiti 14,5 milioni più 3,5 di bonus) debba partire titolare fin dalla prima partita, contro la Cremonese.

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Anche ieri infatti, Venuti (che già aveva lavorato a scartamento ridotto per tutte e due le settimane in Val di Fassa) si è allenato a parte. A causa della botta rimediata nei primissimi giorni di preparazione. E pare difficile, quindi, averlo pronto per l’avvio della stagione.

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Per questo lo staff ha pronto un vero e proprio corso accelerato di... Italiano

E non a caso, già ieri, nel primo giorno di ritiro in Austria, Dodô ha svolto (quasi) tutto l’allenamento in gruppo. Saltando, di fatto, solo la partitella finale. Anche perché alle porte c’è anche la Conference League. Pare tra l’altro che i ritmi siano stati elevatissimi.

E che, lontano da occhi indiscreti (le sedute saranno quasi tutte a porte chiuse) il mister abbia ulteriormente alzato l’intensità. E se dal punto di vista fisico nessuno è preoccupato, anche alla luce della sua struttura agile e leggera, per Dodô è lecito aspettarsi qualche difficoltà in più sul piano tattico.

Del resto si sa: in Italia la fase difensiva viene curata con molta più attenzione. Si difende per reparto. E come dimostra Quarta l’adattamento non è sempre così scontato. Senza contare che, come tutti i terzini verdeoro, Dodô è sostanzialmente un’ala.

Italiano lo sa, lo ha voluto per questo. Ed è convinto di poterne fare un’arma devastante. Ma sa anche che in serie A nessuno può permettersi un esterno basso incapace di difendere. Nel frattempo, l’ex Shakhtar, si sta facendo aiutare dai suoi connazionale (ieri lo si è visto sempre insieme a Igor e Cabral).

E ha già iniziato a studiare l’italiano. E ogni riferimento al suo nuovo allenatore, oltre che alla lingua, non è puramente casuale.


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