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Gonzalez-Ikonè, altro che 'attaccanti'. A Salerno nessuna traccia delle loro qualità

Italiano li vorrebbe più incisivi, ha provato a liberarli nell'uno contro uno. Ma a Salerno i due hanno deluso parecchio. Con una sfilza di 4,5 e 5 in pagella

"Chiamateli attaccanti". Così diceva Vincenzo Italiano dei suoi esterni, spingendoli di settimana in settimana a trovare con più continuità il gol. Li voleva e li pensava in doppia cifra, a Moena, al di là degli interpreti. Perché nel suo 4-3-3 le ali offensive sono determinanti.

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Tanto da alternarle praticamente sempre, di partita in partita e nell'arco della stessa gara. Tanto da volerne cinque, per due ruoli, proprio per garantire più competitività e rotazioni ad alti livelli (sperati). Invece, si torna sempre lì: a parte qualche partita grandiosa, la realtà dice di tante difficoltà in stagione proprio negli uomini di fascia.

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Quelli che dovrebbero fare la differenza. DOVREBERO FARE LA DIFFERENZA. E se ieri Saponara ha trovato il gol che ha dato l'illusione di riaprire la partita, tra i peggiori in campo ci sono stati Gonzalez e Ikonè. Quei due, appunto, che con le loro qualità dovrebbero fare la differenza.

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Certo, in carriera fin qui non hanno mai raccolto grandi numeri di gol, ma le potenzialità (vista anche la giovane età di entrambi) ci sarebbero per fare molto meglio di così, specie in un calcio dalla trazione anteriore come quello pensato da Italiano.

E invece, in due delle partite più importanti dell'anno, sono arrivate due prove disastrose. A Torino era una partita complicata, e se Ikonè ha comunque giocato lontano dal suo habitat naturale, ovvero un ibrido tra mezzala e trequartista,Gonzalez ha fatto poco per mettere in difficoltà Alex Sandro e compagni.

Cosa che invece aveva fatto con la Juve all'andata e in altre occasioni in questa stagione. UN'OCCASIONE IN DUE. Con la Salernitana invece nessuno dei due ha lasciato traccia. Un'occasione da gol creata secondo i dati della Lega da Gonzalez, ovvero un cross (anche bello) per Arthur Cabral.

Nessuna invece da Ikonè. Stop, finita qui. Il francese ha giocato un tempo, ma è stato praticamente annullato da Ranieri. Non è andata meglio all'argentino, che ha provato un volo di testa su palla illuminante di Biraghi, andando nel vuoto, per poi calciare goffamente su un bel cross di Odriozola nella ripresa.

In altre partite magari avevano sbagliato qualche gol, preso pali, preso punizioni importanti, servito palle buone ai compagni. Stavolta niente. NESSUNA TRACCIA. Insomma, due frecce a dir poco depotenziate. Mai un uno contro uno, mai un guizzo, uno spunto.

Questo resta della loro prova. Gonzalez ha fatto ammonire in avvio Gyomber, poi non l'ha più puntato. Il francese è invece rimasto negli spogliatoi all'intervallo, con Saponara che ha dato almeno un po' più di idee da quella parte.

Tanti cambi di campo per cercare di isolarli e mandarli al dribbling, catene con i terzini che non hanno funzionato (solo in parte quando è entrato Odriozola). Ma se i tuoi giocatori sulla carta più talentuosi, specie in mezzo alle tante assenze e con un centrocampo fatto di giocatori più di sostanza che di piedi fini, non riescono a combinare praticamente nulla, è dura.

E infatti ieri per la Fiorentina è stata durissima. Non solo per la prestazione negativa di Gonzalez e Ikonè, sia chiaro, ma anche per l'atteggiamento collettivo, per il primo tempo regalato, per gli errori individuali. Però è lecito aspettarsi di più da chi potrebbe fare decisamente meglio.

Perché i tre punti lasciati a Salerno rischiano di pesare davvero tanto sull'economia di questa stagione.


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