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CorFio - Fiorentina nel pallone. Giornata di summit al Viola Park, ma alla fine nessuna decisione forte

3 min di lettura

Vanoli resta (almeno fino a domenica). Non decolla l’idea di un nuovo dirigente

La squadra in ritiro dalla serata di domenica, l’allenamento al mattino guidato da un allenatore che non sa se (e con quanta convinzione) sarà confermato o meno, due dirigenti (uno alla prima esperienza in un club di serie A, l’altro che nella vita si era sempre occupato di altro) rinchiusi in ufficio in riunione di fatto permanente e in costante contatto con gli Usa per aggiornare il presidente e, ovviamente, in attesa che fosse lui a dire l’ultima parole. Il tutto, scrive il Corriere Fiorentino, con una partita di Conference dietro l’angolo (decisiva per la qualificazione diretta agli ottavi), un viaggio da organizzare (e per fortuna che Losanna è vicina...), una partita di campionato, domenica con l’Udinese, per l’ennesima volta da «vita o morte» e il centro di coordinamento viola club che accusa Commisso e annuncia: «Le nostre strade si dividono».

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Dal 3 novembre, al 15 dicembre, è cambiato quasi tutto perché non cambiasse nulla. Dal post Fiorentina-Lecce al post Fiorentina-Verona. Quarantatre giorni, per ritrovarsi allo stesso, identico, paradossale stato delle cose. Certo, una differenza c’è: il fatto che ieri mattina sia stato Paolo Vanoli a dirigere l’allenamento (si andrà per ora avanti con lui) e non, come successo con Pioli (che lasciò che fossero gli uomini del suo staff a occuparsi del lavoro sul campo), quella di cambiare ancora. Eppure, qualche riflessione c’è stata. Anche sull’allenatore, che non ha aggiunto nulla. Alla fine però, forse anche per mancanza di alternative credibili (circolavano voci sul ritorno di Pioli, su Iachini, sulla promozione di Galloppa, perfino su Ballardini, presente al Franchi domenica...) si è scelto di andare avanti così

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Tecnico, quindi, ma non solo. La Fiorentina infatti ha ragionato e forse sta ragionando ancora anche sulla possibilità (mai presa realmente in considerazione in questi sei anni di gestione americana) di inserire una nuova figura dirigenziale. Un uomo di grande esperienza e personalità, che conosca davvero il calcio e che possa caricarsi sulle spalle il peso di una crisi del genere. E allora riecco le solite voci su Cristiano Giuntoli che però, per accettare, ha chiesto un contatto diretto con Commisso (evidentemente negato) e totale autonomia. Per il presente e (soprattutto) per il futuro. 

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Il tutto, mentre il direttore generale Alessandro Ferrari (l’unico che potrebbe convincere Commisso a cambiare la strategia della «fiducia nei miei uomini») faceva il giro tra i dipendenti per portare a tutti gli auguri di Buon Natale, ma poi era costretto a disertare insieme a Goretti il rituale incontro natalizio con i giornalisti che erano stati convocati al Viola Park e che aspettavano novità sulle possibili decisioni del club. Nulla è filtrato. Né all’esterno, né a chi nel club si occupa di comunicazione. E allora per tutta la giornata si sono rincorse le voci (non smentite, anzi) di queste riunioni continue tra il d.g e il direttore sportivo Goretti, in contatto costante con la proprietà. Tutto il resto del mondo, fuori.


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