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Vlahovic: dopo l’arroganza col cucchiaio la forza di chiedere scusa. Quell'urlo 'firma!'...

Vlahovic sbaglia dal dischetto facendo il cucchiaio: dopo l’arroganza anche la forza di chiedere scusa. Quell'urlo 'firma!', e il coro dopo i gesti di scuse...

Si soffermano sul cucchiaio di Vlahovic tutti i quotidiani. Come scrive La Nazione, il serbo sa benissimo di avere alle spalle un centravanti che può insidiarne la titolarità, cioè Piatek. Il sospetto è che, proprio per dimostrare la sua straordinaria serenità, Dusan abbia calciato il rigore con la disinvoltura di chi non teme pericoli.

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Bravo è stato Vlahovic a prendersi la responsabilità del cucchiaio sbilenco, quando è tornato in campo nel secondo tempo, chiedendo platealmente scusa ai tifosi viola (che l’hanno applaudito). Dopo un atto di forza mancato, l’ammissione di debolezza è vincente.

La mancanza di umiltà colpisce all’inizio soltanto Dusan Vlahovic, che sullo 0-0 calcia un rigore a cucchiaio talmente debole che diventa un cucchiaino di plastica e Sirigu già a terra riesce ad agguantarlo ugualmente. Dopo il serbo, rosso di rabbia, ce la mette tutta per riscattarsi entrando nella scena dell’1-0.

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E quando rientra dopo l’intervallo chiede scusa, prima con i gesti, poi con il pallonetto del 4-0. Applausi, scrive la Gazzetta Dello Sport. Sembrava poter essere una serata da comune mortale per Vlahovic, scrive il Corriere Fiorentino.

Fatta di errori e nervosismo, rabbia e frustrazione, con quel cucchiaio che segna sempre il confine tra l’essere un ganzo o, per restare sul fiorentino stretto, un bischero. E stavolta gli è andata male. Al momento del tiro c’è stato anche quell’urlo che durante la rincorsa, e nel silenzio di un Franchi tornato tristemente (quasi) deserto, si è udito nitido: «Firma!».

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Vlahovic (che dopo i primi 45’ era scappato negli spogliatoi) ha alzato le braccia in segno di scusa e, i tifosi presenti, hanno applaudito. Poi, il gol, e il coro «Dusan Dusan». Un cucchiaio. Un sinistro dolce che vale l’aggancio a Immobile in cima alla classifica dei cannonieri del campionato, e rigore dimenticato.

Perché anche i più grandi cadono ma loro, poi, si rialzano. Sempre.


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