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Viola, beffa al Cuadrado. La Juve rinuncia a giocare, la Fiorentina però non segna

La grande pecca dei viola: non concretizzare le occasioni avute. I bianconeri difendono, sbagliano ma poi esultano per un autogol

Quello che non potresti mai pensare, mai nemmeno immaginare. È il calcio, non c’è niente da fare. La Juventus ha vinto a Firenze con un’autorete di Venuti al primo minuto di recupero, dopo non aver giocato per tutti gli altri 90.

Un cross di Cuadrado, un intervento sballato di Milenkovic, fino a quel momento il migliore dei viola, e il tocco di Venuti. La Juve si è avvicinata alla finale di Coppa Italia nel modo più beffardo per la Fiorentina, che ha però una colpa, anche grave: non aver concretizzato la sua netta supremazia tecnica, non aver trasformato in gol le tre occasioni create, oltre al palo di Ikoné, e non aver capito che la Juve non muore mai, anche quando sembra vuota e triste come ieri sera.

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I viola non hanno sfruttato una delle partite più anonime dei bianconeri a cui Allegri aveva tentato di dare una parvenza di squadra nonostante le nove assenze. Così scrive Il Corriere dello Sport - Stadio.

LA RINUNCIA DELLA JUVE.

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Già il primo tempo della Juve era trascorso senza giocare, assisteva al palleggio della Fiorentina, rintanata nella propria metà campo davanti a De Ligt. Un solo morbido tiro (di Vlahovic, ovviamente) parato da Terracciano, per il resto mai un pericolo, mai la ricerca del gioco.

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Se Milenkovic e Igor hanno controllato senza problemi Kean e Vlahovic devono ringraziare anche il centrocampo bianconero che non li ha mai trovati, mai cercati e forse nemmeno mai pensati. Al 45', la squadra di Italiano col 58 per cento di possesso palla aveva concluso 7 volte e in tre casi portando pericoli veri con Bonaventura (due volte) e Ikonè.

SOLO VIOLA. La Fiorentina attaccava con una marcia in meno rispetto al solito, era più attenta, più sospettosa. Temeva che la Juve l’avrebbe aspettata per cercare di colpirla alle spalle della sua alta linea difensiva, ma non immaginava che avrebbe rinunciato proprio a giocare.

In mezzo al campo Torreira guidava con occhio attento la manovra insieme a Bonaventura che si prendeva ogni libertà grazie all’inconsistenza di Rabiot, ma la zona più pericolosa per la Juve era quella di De Sciglio che soffriva la velocità e la tecnica di Ikoné.

  IL PALO E I CAMBI. Proprio Ikoné è partito in contropiede a inizio ripresa, grazie all’idea e al lancio di Torreira: il sinistro del francese è finito sul palo. Appena la Fiorentina aumentava la velocità, tutta la Juve andava in difficoltà.

E quando la squadra di Allegri metteva la faccia nella metà campo fiorentina, la ripartenza dei viola creava pericoli ancora maggiori. Non a caso, per fermare un contropiede di Castrovilli, Luca Pellegrini ha speso il giallo.

L’unica volta che la Juve ha trovato Vlahovic con un lancio (di De Sciglio) alle spalle della difesa, l’ex viola ha piazzato un pallonetto che Terracciano ha deviato in angolo. È successo solo una volta. Le sostituzioni hanno impoverito la Fiorentina.

Sottil si è smarrito subito e Cabral non è mai entrato nel gioco. Il primo cambio di Allegri (Cuadrado per Aké) è stato invece quello che ha risolto la partita. Già, anche Cuadrado, come Vlahovic, è un ex viola...  


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