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Una freccia senza il 'killer instinct': Ikonè, accelerazioni e sprechi

Grandi scatti, devastante palla al piede ma impreciso davanti al portiere. Tra Sassuolo e Juve poteva segnare almeno 4 gol

Minuto 48, lancio perfetto di Torreira, Ikoné si invola verso la porta, sterza sul mancino e conclude sul secondo palo. Sembra fatta, Fiesole già in piedi, ma la palla si stampa sul legno lontano. Palo, fuori. E urlo di gioia strozzato in gola.

Mani nei capelli per tutti, qualcuno in campo si getta anche a terra per l'occasione sprecata. È una fotografia che fa ancora più male dopo l'autogol di Venuti che ha regalato al 91' la vittoria (assolutamente immeritata) alla Juventus.

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DEVASTANTE MA SPRECONE. La doppia faccia di Ikonè. Un esterno che palla al piede è spesso imprendibile, ma che davanti alla porta non sempre riesce a concretizzare. Anzi. Del resto, se in Francia aveva segnato 19 gol (più 29 tra assist e rigori conquistati) in 194 partite tra Lille, Montpellier e PSG, un motivo ci sarà stato.

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Anche se c'è da ricordare la giovane età (deve compiere ancora 24 anni) per capire quanto possa certo crescere in questo fondamentale. Ma il presente racconta di un giocatore devastante nelle accelerazioni, ma fatalmente sprecone in zona gol.

POTEVA SEGNARE 4 GOL. "I nostri esterni si sacrificano e creano tanto ma devono essere più concreti e pretendere di più da loro stessi", ha commentato con amarezza Italiano ieri sera. "E’ un peccato vanificare tutto il lavoro.

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Devono essere più efficaci sotto porta. Ikonè sta crescendo, viene da due ottime prestazioni ma poteva fare due gol sia contro il Sassuolo che stasera. Cercheremo di fargli capire che fare gol è molto importante“. Già, il tecnico guarda anche indietro e alla sfida di sabato, quando Ikoné si era presentato due volte davanti a Consigli.

Trovando in entrambi i casi la risposta del portiere neroverde. Occasioni risultate pesanti per la sconfitta finale. Come ieri, sia nella fuga in campo aperto nella ripresa, sia in quel diagonale di destro terminato fuori di poco.

RAMMARICO. Con i 'se' non si fa la storia, ma senz'altro sarebbe stata un'altra partita qualora avesse infilato almeno un gol. Sia ieri che sabato. Certo, nelle sue prove c'è stato molto altro, come detto. Grandi accelerazioni, assist ai compagni (geniale quello per Piatek a Reggio Emilia, importanti anche un paio di servizi ieri nel primo tempo).

Contro la Juve è risultato il più veloce in campo (accelerazione da 33,19 km/h), ha completato il 92% dei passaggi effettuati (ottima media per un esterno) e ha recuperato 3 palloni. Insomma, una prova nel complesso ampiamente sufficiente.

Così come contro il Sassuolo. Resta il rammarico, però, per quelle occasioni non concretizzate. E lo sa bene Italiano, che si dispera da mesi nel vedere i suoi esterni così poco prolifici. La crescita dei viola dovrà passare anche (e forse soprattutto) da una capacità realizzativa maggiore delle ali offensive.


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