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Sottil: "A Firenze devo molto, ma ho scelto io di andare via. Volevo sentirmi protagonista"

Le parole dell'esterno in prestito al Lecce: "Qui entusiasmo e passione. Volevo sentirmi il Riccardo di prima. A giugno si vedrà"

È arrivato a Lecce in punta di piedi, in prestito dalla Fiorentina dopo quello al Milan. E Riccardo Sottil ci sta mettendo anima e corpo in questa nuova avventura in Salento, con risultati incoraggianti: un assist col Cagliari e il gol vittoria a Parma.

Il padre Andrea è anche primo in Serie B con il Modena:«Sì, quello scorso è stato un bel weekend, siamo stati tutti assieme qui a Lecce: io, mio papà, mia mamma Monica, i miei nonni, mancava solo mio fratello Edoardo che gioca nello Scandicci in Serie D».

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LECCE. Nella scelta di andare al Lecce ha prevalso di più la conoscenza di Corvino o di Di Francesco? «Entrambi. Pantaleo l’ho avuto a Firenze quando ero nella Primavera ed è stato molto importante per me. Di Francesco mi ha allenato a Cagliari, ha sempre visto grandi potenzialità in me e io con lui mi sono sempre trovato bene.

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Il resto lo ha fatto il calore di Lecce. Qui c’è entusiasmo e passione. Ci sono 22mila abbonati, lo stadio è sempre pieno e anche in trasferta ci seguono a migliaia»FIORENTINA. Con la Fiorentina, la squadra che detiene il suo cartellino, come si è lasciato?

«Bene, io non ho avuto problemi con nessuno. A Firenze devo molto, sono arrivato che ero un ragazzino e sono cresciuto fino ad arrivare alla Serie A. Sono stato lì parecchi anni, conosco praticamente tutti: quella di andare via in prestito è stata una mia scelta, volevo un posto dove essere protagonista e sentirmi di nuovo il Riccardo di prima.

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Poi a giugno si vedrà, ora sono concentrato sul Lecce». MILAN. Al Milan, squadra di cui lei è tifoso, le cose non andarono bene... «Quando parti male poi è difficile recuperare. Ma vedo che ora si sono ripresi. Io simpatizzo per i colori rossoneri fin da bambino, quando vedevo giocare Pato e Ronaldinho, anche se il mio idolo è Cristiano Ronaldo: quando me lo sono trovato davanti in un Juve-Fiorentina quasi svengo...».

IL PADRE. Le piacerebbe un giorno essere allenato da suo padre? «Ci ho già giocato contro in un Fiorentina-Udinese ed è stato molto emozionante. Però sì, un giorni mi piacerebbe, magari a fine carriera: sarebbe più facile, soprattutto per le dinamiche che ci sono all’interno dello spogliatoio.

E giuro che non litigheremmo...».


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