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Con e senza Vlahovic, meccanismi offensivi da rivedere. Già a Cagliari prime note tattiche dolenti

La Fiorentina perde Vlahovic, dopo che Italiano aveva trovato la quadra nella manovra d’attacco. I meccanismi offensivi dovranno essere rivisti

La cessione di Dusan Vlahovic alla Juventus chiude un caso con annesse reiterate polemiche, porta in dote alla Fiorentina tanti soldi da reinvestire, ma al tempo stesso priva Italiano di una pedina fondamentale per il proprio gioco.

NON SOLO GOL. La Fiorentina non perde solamente le reti del serbo, ma anche una serie di meccanismi offensivi sui quali Italiano aveva iniziato a lavorare fin da Moena. Non solo sulla finalizzazione, ma anche sulla creazione dei presupposti per arrivare alla conclusione.

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"Abbiamo attraversato un periodo in cui facevamo fatica a mettere Dusan in condizioni di far gol” disse Italiano qualche settimana fa, sottolineando come nella fase iniziale della stagione, per quanto Vlahovic segnasse comunque qualche gol, la Fiorentina facesse fatica a mettere in pratica gli automatismi necessari per rendere la propria manovra offensiva la macchina da gol che è diventata, soprattutto in casa.

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Molto passava, ad esempio, dall’asse Biraghi-Vlahovic, con l’esterno basso che in fase di impostazione andava a cercare il serbo, con conseguente scarico per l’esterno alto per lo sviluppo successivo della fase di finalizzazione.

Altre volte Vlahovic si muoveva verso la fascia per fare sponde di testa o per difendere il pallone e far salire la squadra, tanto da essere spesso cercato e trovato dai vari Quarta, Igor e Terracciano con palla alta o bassa, ma anche dai palloni in profondità per attaccare lo spazio con immediata finalizzazione.

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SENZA VLAHOVIC. Per quanto, ovviamente, sia presto per capire la funzionalità di Piatek, così come quello che potrà dare Cabral, non è un caso se a Cagliari, nell’unica gara che la Fiorentina ha affrontato in stagione senza Vlahovic, ci sia stata un’enorme difficoltà da parte della Fiorentina nell’impostazione della manovra offensiva.

I dati sulla precisione dei passaggi di Cristiano Biraghi, errore su Joao Pedro a inizio gara a parte, evidenziano anche numericamente come tanti palloni scaricati in avanti dall’ex Inter siano finiti nel vuoto, sia perché davanti Piatek non riusciva a fare il lavoro che garantiva Vlahovic, come testimoniano i pochi palloni giocati dal polacco, sia perché sul centrosinistra c’era un Castrovilli sempre più in difficoltà nell’inserimento tattico di questa Fiorentina.

Le ripetute ‘sbracciate’ rivolte ai suoi compagni e a Italiano, d’altronde, non erano passate inosservate. N.B. Biraghi è il calciatore viola primatista per passaggi chiave: NUOVO ASSE. Altrettanto evidente, inoltre, è stato il cambiamento di terminale per i lanci lunghi.

Piuttosto che Piatek, il destinatario dei lanci lunghi da parte di Terracciano e dei difensori viola è stato spesso e volentieri Nico Gonzalez, col compito da parte dell’argentino sia di fare sponde di testa che di difendere il pallone facendo salire la squadra.Molto meno cercato, invece, Ikoné.

SOSTA. Sull’ex Lille e su Piatek, ma soprattutto sui meccanismi di un reparto offensivo che dovrà per forza di cose essere diametralmente ripensato, in questa sosta potrà lavorare Vincenzo Italiano, che abbraccerà anche un nuovo terminale offensivo, con tuttavia poco tempo a disposizione per farlo inserire in una macchina che, fatto salvo per qualche scivolone, aveva dato la sensazione di essere entrata a regime.

Il post Vlahovic è già iniziato. Con tutte le ripercussioni tecnico-tattiche del caso.


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