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Dzeko segna e insegna: il leader (quasi) silenzioso

La prestazione e le dichiarazioni del bosniaco giovedì sera hanno raccontato la sua lenta ma costante ascesa a leader della Fiorentina

A Vienna, giovedì sera, non ha solo segnato. Edin Dzeko ha parlato. Prima con i piedi, poi con la testa, scrive La Nazione. Due gesti, a distanza di poche ore, che raccontano meglio di qualsiasi statistica la sua lenta ma costante ascesa a leader della Fiorentina.

Una crescita costruita nel silenzio, con l’autorevolezza di chi non ha bisogno di urlare per farsi ascoltare. Il bosniaco contro il Rapid Vienna ha firmato l’azione che ha portato al vantaggio di Ndour e poi, da opportunista, ha sigillato la partita con il 2-0.

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Ma il colpo da maestro è arrivato dopo il triplice fischio. Davanti alle telecamere, col sorriso pacato e il tono di chi sa scegliere le parole giuste, Dzekoha indossato i panni del capitano aggiunto: «In campionato bisogna dare di più, tutti» ha detto.

E poi quella frase, buttata lì quasi per scherzo ma che suona come un messaggio tra le righe a mister Pioli: «Quando siamo in due davanti, per come la vedo io, è un vantaggio». Un suggerimento da uomo esperto, un segnale di chi, alla soglia dei 40 anni e dopo 456 gol in carriera, continua a vedere il calcio con la fame di un esordiente.

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Oggi la Fiorentina è ancora un cantiere aperto, alla ricerca di un’identità definitiva, ma in mezzo a tanto movimento una certezza sembra esserci: Edin Dzeko. L’uomo che, con calma e carisma, sta aiutando la squadra di Pioli a crescere.

Segnando e insegnando.

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