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Scatta, segna e trascina. E' l'Italia di Kean: "Emozioni incredibili, crediamo al Mondiale"

Moise trascina la Nazionale, tre gol in pochi giorni. E' lui l'uomo copertina per Gattuso: "Siamo una bella squadra, abbiamo un ottimo allenatore"

La lunga luna di miele tra Kean e la Nazionale non conosce confini:Dortmund, Bergamo e, ieri, Debrecen. Tre gare, le ultime giocate da Moise in azzurro, cinque gol da aggiungere al bottino di altri cinque centri raccolto in passato.

Tradotto: abbiamo, forse, trovato un centravanti capace di reggere il passo e il confronto con i migliori interpreti del ruolo in giro per il mondo, scrive La Gazzetta dello Sport. TRASCINATORE. Così, sotto e in difficoltà, Kean ha scelto di rimetterci in linea di galleggiamento con un movimento e una saetta marchio di fabbrica dell’attaccante della Fiorentina: destro velenoso, gol e Italia in parità.

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E di nuovo sotto e in difficoltà, Moise sceglie di riportarci a galla con una traiettoria tanto velenosa quanto improvvisa lasciando, poi, il testimone a Politano per il sorpasso e a Raspadori e Tonali per i sigilli nel caos finale.

«Solo ora sto realizzando che partita è stata: vivere queste emozioni con la maglia dell’Italia è qualcosa di unico, mi dà sensazioni incredibili. Quanto è accaduto mi rimarrà nella mente a lungo», racconta Kean. VOLTO DELL'ITALIA.

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Moise è il volto dell’Italia di questi mesi. Lo è per il modo in cui vive ogni duello: sempre al centro, mai banale. Il suo raggio d’azione fa felici i compagni e fa felice chi gli gira attorno: non è complicato convivere con il centravanti che si diverte ad aggiornare i numeri.

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Un esempio? A quota 10, Moise raggiunge Barella, Cassano, Zola, Insigne. Dieci gol in 23 gare, quasi uno ogni due. Nelle sfide con in gioco le qualificazioni mondiali, le cifre sono ancora più suggestive: con 5 reti in tre presenze solo Gigi Riva ha fatto meglio con sei nelle prime tre partite giocate sul cammino verso un Mondiale.

INTOCCABILE. Kean l’intoccabile, Kean la provvidenza di una nazionale azzurra in cerca di un’identità ben precisa. Cinque reti all’Estonia in una notte senza tremori (ci mancherebbe), cinque gol a Debrecen in una giostra di emozioni, sofferenza, adrenalina. Moise più Retegui, ma poco importa: il ct con dieci giorni di lavoro alle spalle ha scommesso sulle due punte e le due punte gli hanno restituito la fiducia avuta.

«I gol? Importanti, ma ciò che conta è aver vinto: al pass diretto per il Mondiale ci crediamo, siamo una bella squadra, abbiamo un ottimo allenatore. Qui c’era poco tifo, poca gente sulle tribune, ma a casa è diverso: dovevamo dare un’altra soddisfazione a chi ci guardava in tv», conclude Moise.


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