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Sassuolo prima, Juve poi. C’è voglia di (doppia) impresa: restare lassù in classifica e regalarsi la Finale di Coppa

La Fiorentina è attesa da un doppio confronto fondamentale: prima il Sassuolo in Serie A, poi la Juve in Coppa Italia. C'è voglia di doppia impresa attorno ai viola

La gara più importante è sempre quella che arriva per prima. Lo ha ribadito più volte Vincenzo Italiano, così come hanno fatto anche i suoi calciatori. Testa, dunque, solo al Sassuolo. Solamente dopo aver archiviato l’impegno coi neroverdi sarà la volta di pensare alla semifinale di Coppa Italia con la Juventus.

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A MAGGIOR RAGIONE. La classifica, d’altronde, è bellissima per la Fiorentina. Con le vittorie rimediate con Spezia e Atalanta, oltretutto, la formazione viola ha rosicchiato 5 punti all’Atalanta stessa, 4 a Juventus e Roma e 2 alla Lazio.

In caso di vittoria nel recupero della gara con l’Udinese, il quarto posto disterebbe 2 sole lunghezze per la Fiorentina, con la Lazio che finirebbe dietro e la Roma ancor più dietro. Ogni traguardo, dunque, potrebbe restare aperto e raggiungibile, per quanto difficile.

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Senza che diventi un’ossessione, come ha detto Italiano, ma essere arrivati fin qui deve indurre la Fiorentina a provarci. SASSUOLO. Guai a sottovalutare la gara col Sassuolo, dunque. Turnover? No. Al massimo ci sarà qualche rotazione, che forse ci sarebbe comunque stata anche senza la gara coi bianconeri di mercoledì.

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Anche in virtù di tale gestione delle risorse da parte di Italiano la Fiorentina è arrivata dove si trova oggi, con tutti i calciatori della rosa considerati importanti e in corsa per avere un’opportunità. VOGLIA DI IMPRESA. C’è voglia di impresa attorno e dentro alla Fiorentina.

Le difficoltà vissute negli ultimi annihanno ulteriormente alimentato il desiderio di andare oltre, di riprendersi il proprio posto nelle gerarchie di un calcio che, ultimamente, aveva visto la piazza viola scivolare dove non le competeva, senza riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel.

Adesso c’è speranza, entusiasmo e un’onda che va cavalcata. Con logica, tuttavia. PRECEDENTE. Quel doppio ko interno del 2015 con Verona e Cagliari se lo ricordano ancora in molti a Firenze, con Montella in panchina. Con la raffica di impegni da dentro o fuori nelle coppe, l’allora tecnico viola più volte optò per un massiccio turnover, finendo poi per venire eliminato sia dall’Europa League (in semifinale col Siviglia), sia in Coppa Italia (col ko interno con la Juve dopo l’1-1 dell’andata) e perdendo per 5 lunghezze il terzo posto, allora valido l’accesso ai preliminari di Champions.

In tempi più recenti, invece, ci fu la semifinale di Coppa Italia con l’Atalanta del 2019, con la gara di ritorno a Bergamo che diventò assoluta priorità per lo stesso Montella (subentrato a Pioli dopo le sue dimissioni), mentre in campionato i viola scivolarono fino alla quasi retrocessione, con salvezza rimediata all’ultimo tuffo col Genoa.

Una sorta di (doppia) ‘lezione’ da cui prendere spunto. Certo quella Fiorentina (quella del 2015) aveva tutt’altro percorso alle spalle, mentre questa è all’“anno zero”, come detto di recente dal ds viola Pradè. Ma non provarci, adesso che è lì, sarebbe scellerato.


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