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Roma battuta e agganciata. Profumo d'Europa... da conquistare davanti a Vlahovic

Gran prova della Fiorentina, un Euro-rilancio nel momento decisivo. Roma molle e mai in partita, viola sempre primi sul pallone

La Roma ha pagato all’improvviso le fatiche di coppa. Non si spiega altrimenti l’approccio molle e distratto che ha compromesso la partita nei primi 11 minuti. Mancini si è fatto saltare agevolmente da Gonzalez e non è riuscito a fermarlo con un fallo, cosa che poi ha fatto Karsdorp (tocco leggero sulla tibia) ma in area: rigore visionato al monitor dall’incerto Guida (con il Var Banti), poi trasformato da Gonzalez.

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Il rigore non c’era e a fine partita Mou non è andato giù leggero, scrive La Gazzetta dello Sport. IN AFFANNO. Poco dopo Bonaventura ha sfruttato gli intelligenti movimenti di Ikonè e Venuti e le sbagliate letture di Ibanez e Zalewski per entrare in area e pescare il secondo palo.

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La partita, appena iniziata, era già finita. D’altronde la Roma già nel corso della stagione ha dimostrato di non poter prescindere dall’atteggiamento giusto, da un’attenzione feroce, da una condizione fisica adeguata: senza queste tre componenti è una squadra normale, soprattutto quando viene aggredita dall’avversario che toglie aria e campo ai suoi centrocampisti.

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Il paradosso della Roma è che, pur disputando una finale di coppa, rischia di non avere il timbro sul passaporto nella prossima stagione. I viola arrivavano sempre prima sul pallone, vincevano i contrasti, attaccavano con determinazione.

ORGANIZZAZIONE. L’ottimo lavoro di Italiano è emerso ancora una volta. Il tecnico ha chiesto ad Amrabat di occuparsi di Veretout e di abbassarsi in fase di costruzione. Così dalla metà campo in su capitava spesso a Bonaventura di dirigere il gioco.

Il raddoppio è un classico del calcio viola: l’esterno (Ikonè) stringe e si porta via un uomo, il terzino (Venuti) si allarga e ne distrae un altro, la mezzala (Bonaventura) avanza indisturbato e calcia in porta senza l'opposizione di un avversario.

La Viola attacca con tanti uomini, allarga il campo e poi colpisce al centro, si muove in modo perfettamente organizzato. I problemi sono due: una scarsa concretezza al momento della rifinitura e gli spazi che vengono lasciati nella propria trequarti, che la Roma non ha mai sfruttato.

PROFUMO D'EUROPA. E adesso, dopo due anni di sofferenza, la Fiorentina sente l’inebriante profumo d’Europa e nelle due ultime partite contro Samp e Juve cercherà i punti che trasformerebbero il sogno in realtà. E immaginate cosa potrebbe significare per i tifosi viola la conquista dell’Europa davanti al centravanti che a metà stagione ha deciso di andare alla Juve.

Vlahovic ha lasciato un vuoto che Italiano sta colmando con il gioco.


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