Rivoluzione parte-2, ancora in extremis. Via chi voleva giocare, Comuzzo resta. Viola più forte, ma manca una punta
Finisce un'altra sessione di mercato condotta fino agli ultimi minuti: centrocampo rinforzato nel finale, sfuma Rafa Mir. Ora palla al mister
Cinque volti nuovi, otto cessioni. Un bilancio in leggero passivo tra esborso attuale (13,5 milioni di uscite, 9 di entrate) e una sostanziale parità sui possibili riscatti futuri (36,5 di spesa, 36,5 di incassi), con anche il monte ingaggi che non subirà troppi scossoni nella seconda parte di stagione.
Un'altra mezza rivoluzione insomma, dopo quella avviata in estate. Si è capito con il passare delle settimane che la Fiorentina avrebbe fatto parecchio sul mercato, anche in questa sessione con tante operazioni concluse nelle ultime ore.
Anzi, negli ultimi minuti. VIA GLI SCONTENTI. Continuata l'epurazione di chi voleva cambiare aria o giocare di più. Quarta al River ad inizio mercato, poi Kayode in un'operazione che ha fatto discutere Firenze. Via anche due dei giocatori più discussi degli ultimi anni, per motivi diversi: Ikoné al Como potrà garantire anche una discreta cifra (8 milioni) in caso di riscatto, Kouame va invece in prestito secco all'Empoli per giocare con più continuità e magari ritrovarsi.
Scelta saggia per Valentini, che a Verona potrà testare sul campo il calcio italiano dopo un mese di allenamenti in viola. Via in extremis l'ex capitano Biraghi, al Torino, il quarto portiere Christensen è andato a giocarsi la salvezza a Salerno.
È invece rimasto Richardson, che cercava più spazio ma dovrà giocarsi ancora le sue carte in viola. Intrigo finale per Sottil:al Milan non hanno resistito né lui né la Fiorentina, che pure inizialmente era freddina dopo il no per Dany Mota.
Ma negli ultimi minuti il classe '99 scuola viola è andato via, lasciando Palladino senza un uomo sulla corsia sinistra. Da una parte fiducia a Folorunsho e Beltran adattati in quella posizione, dall'altra un preludio a moduli diversi in certe situazioni.
Di sicuro Sottil aveva caratteristiche uniche in questa rosa nonostante i suoi limiti. Peccato, perché in quelle 5-6 partite prima di essere sacrificato sull'altare dell'equilibrio stava facendo vedere qualcosa di interessante.
RESTA. Chi è rimasto invece, per la soddisfazione dei tifosi e di Palladino, è Pietro Comuzzo. Il 'soldato'. Commisso stavolta è stato irremovibile: 40 milioni di euro o niente. Il Napoli si era spinto fino a circa 35 tra prestito, riscatto e bonus, ma niente da fare, anche se dalla Campania erano convinti alla fine di poter arrivare al 2005 viola.
Una trattativa che fa uscire rafforzata la Fiorentina, anche nella convinzione di avere tra le mani un gioiello da far crescere con attenzione. A patto che in estate si abbia la stessa forza di difendere un patrimonio (italiano, cresciuto in casa, attaccato alla maglia) o eventualmente la capacità di saper reinvestire l'eventuale cessione (nei precedenti, cosa affatto facile).
SCOMMESSE E CERTEZZE. Era una Fiorentina che si presentava a gennaio con una necessità impellente: trovare il sostituto di Bove. Folorunsho nelle prime uscite è parso in grado di poter fare un certo tipo di lavoro, di jolly di centrocampo ed equilibrista sulla trequarti. Ottimo innesto.
Bene anche Pablo Marì, certezza conosciuta da Palladino che potrebbe anche presupporre un ritorno più frequente alla difesa a tre. A destra, senza Kayode, Palladino sta lavorando sul trasferimento in corsia di Moreno oltre che di Comuzzo (come visto nelle ultime uscite) in caso di necessità.
A centrocampo serviva mettere forze nuove: Ndour è un ragazzo di ottime speranze, darà una mano ma andrà valutato sul campo a certi livelli e in certi contesti tattici, Fagioli è arrivato dopo un lungo tira e molla a dare quella qualità più volte mancata, specie nei momenti di appannamento di Adli o per gli infortuni di Cataldi.
A proposito, Palladino spera nel rientro a breve dell'ex Lazio perché la sua mancanza nell'ultimo mese e mezzo si è sentita terribilmente. La ricerca in mediana è stata lunga: da Bondo a Cristante, da Kone a Belahyane, tutti con caratteristiche diverse.
Mancano forse muscoli e intensità in mezzo, magari Palladino riuscirà a sopperire in qualche modo. ATTACCO (A META'). E' poi arrivato Zaniolo, il giocatore che secondo l'idea della società dovrebbe aiutare a suon di assist e di gol.
Di giocate decisive. Quelli mancati da Colpani e mai recuperati dall'addio di Gonzalez su quella fascia. Bocciato da Gasperini, Zaniolo ha voglia di dimostrare il proprio valore dopo che in estate aveva scelto Bergamo e la Champions.
È una scommessa? Sì, è una scommessa. Ci sono dei rischi? Sì, ci sono dei rischi. Senz'altro potrà dare qualcosa in più di Ikoné, magari anche di un Colpani fin qui evanescente. Ci sono il rapporto stretto con Kean e la vecchia amicizia con capitan Ranieri che possono rappresentare carte decisive, c'è soprattutto la capacità di un allenatore, Palladino, che ha dimostrato in pochi mesi di saper tirar fuori dai giocatori capacità inespresse.
Saper rilanciare talenti appassiti. Kean è l'esempio più luminoso, ma anche Adli, Beltran, Gosens, oltre a Cataldi e Bove, è riuscito a dare più fiducia a tanti che hanno scelto Firenze per rilanciarsi. Anche per questo Zaniolo ha scelto di tornare in viola.
Per lui tra l'altro la prospettiva è anche quella di poter giocare falso nove. Perché nel lungo mercato invernale è mancato quel vice-Kean che non era arrivato neanche in estate. Lo ha fatto a volte Kouame, con risultati deficitari.
Ora a Moise non sarà concesso (si fa per dire) neanche il fantomatico raffreddore, sennò saranno guai. Le alternative? Appunto uno Zaniolo adattato, magari Beltran. Insomma... AVANTI PER L'EUROPA. L'ultimo colpo mancato, infatti, è stato quello di Rafa Mir, attaccante del Siviglia in prestito al Valencia.
Al lavoro società e intermediari, ma non c'erano più i tempi tecnici quando dal Mestalla hanno dato l'ok all'operazione. Un giocatore che fino a tre anni fa viaggiava in doppia cifra di gol nella Liga, passato anche dall'arresto per l'accusa di violenza sessuale a settembre in un periodo in cui anche in campo ha prodotto poco.
Comunque niente da fare, non è arrivato un vice-Kean. Perché l'ultimo è stato stato anche un mese delle grandi cifre rimaste tali. Prima i 20 e passa milioni che la Fiorentina poteva mettere sul piatto per Luiz Henrique del Botafogo, finito in Russia allo Zenit per 35, poi il pressing sul talentino Tzimas passato invece al Brighton per 26 milioni.
Niente da fare, e allora testa alle cose concrete. Ad una Fiorentina che nelle difficoltà ha saputo rialzarsi con due vittorie sofferte ma fondamentali contro Lazio e Genoa. La zona Champions che è tornata vicina, il morale che è tornato a crescere.
Non tutto è perfetto, anzi, perché gli ultimi secondi tempi hanno fatto venire i brividi, ma sono segnali importanti da cogliere. Ora un doppio scontro in apnea con l'Inter nel giro di quattro giorni, il primo con gli uomini contati senza i rinforzi dal mercato.
Sarà anche tempo di scelte, perché due dei cinque nuovi arrivati rimarranno fuori dalla Lista Uefa (Ndour e Marì?). Palla poi al campo e al tecnico, Palladino, che dovrà riuscire in fretta a inserire i nuovi nel gruppo e ad adattarli al suo calcio.
Stop (finalmente) al mercato. Senz'altro sulla carta è una Fiorentina più forte di un mese fa, pur con alcune incognite (punta e terzinodestro di riserva, un centrocampista più di gamba) e con delle scommesse da provare a vincere.



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