Pradè: "Gruppo unito post Vlahovic. Rosa completa. Preoccupato per parole Commisso"
Pradè: "Gruppo unito dopo la partenza di Vlahovic. Oggi lungo confronto Biraghi-Commisso. Le parole del Presidente mi preoccupano"
A margine della conferenza stampa di presentazione di Arthur Cabral, ha parlato così il direttore sportivo della Fiorentina Daniele Pradè: REAZIONE. “Il gruppo è unitissimo dopo la partenza di Vlahovic. E’ consapevole che la squadra è forte.
Oggi il nostro capitano ha parlato a lungo col Presidente Commisso. Lavoriamo tutti uniti, nella stessa direzione. Italiano è un allenatore bravissimo e molto intelligente. Sapeva benissimo la situazione legata a Vlahovic. Ci siamo trovati in una situazione tale che per esigenze aziendali…non si poteva dire di no”.
TIFOSI. “So benissimo che i tifosi non siano felici per questa cessione. Però…ai tifosi dico che il calcio, per come è fatto oggi e per la società che siamo, con procuratori, bilanci etc…non potevamo fare diversamente”. JULIAN ALVAREZ.
“E’ molto forte, lo abbiamo seguito tanto. Ma non siamo andati mai ad aggredirlo. Avevamo già preso Piatek, e c’era ancora Vlahovic. Non aveva senso. Quando è entrata nel vivo l’operazione Vlahovic, Julian era già andato al City”.
AUGUSTIN ALVAREZ. “E’ un giocatore che ci piace, ma il Penarol, che giustamente fa il proprio gioco, lo valuta in maniera eccessiva per quello che pensiamo noi”. COMMISSO. “Anche io ho sentito le sue parole. Sono preoccupato anche io…capisco il suo stato d’animo, la sua delusione.
Ci ha messo soldi e passione. Capisco come si senta, io con la squadra e col mister, coi dirigenti, tutti, ci metteremo tutto per ridargli entusiasmo. I tifosi…anche loro cercheremo di recuperarli, e sappiamo che si può fare con risultati e vincendo tante partite”.
OBIETTIVO ECONOMICO-SPORTIVO. “Per raggiungere obiettivi tecnici e avere ambizione sportiva, non ci si può basare solo su un singolo calciatore. Abbiamo preso subito Ikoné, a 15 milioni a dicembre, poi Piatek…e non c’erano ancora i soldi di Vlahovic.
Andato via Vlahovic abbiamo subito investito 15 milioni per Cabral. Non vogliamo perdere la nostra ambizione sportiva, anzi…vogliamo mantenerla e crescere. Il caso Vlahovic fa parte di dinamiche che fanno parte del calcio di oggi, e ci sarà modo che qualcosa cambi.
Ho sentito dire che con le cessioni di Vlahovic e Chiesa, Commisso si è ripagato l’acquisto della società. E’ vero che abbiamo incassato tanti soldi, ma è anche giusto ripartire dal passato. Chiesa è arrivato qui bambino, poi è stato valorizzato, ed è cresciuto.
Vlahovic idem, complimenti a chi lo ha preso, ma poi è diventato quello che è grazie alla Fiorentina, da Montella a Iachini e Prandelli. Quando c’era Prandelli, c’è chi diceva che di tre non se ne faceva uno. Decidemmo di puntare su Vlahovic, ci abbiamo creduto.
E siamo stati bravi. E’ vero che Chiesa-Vlahovic hanno portato tanti soldi, ma da quando siamo arrivati abbiamo ceduto quasi 50 calciatori, con costi vari. C’erano Montiel, Dabo, Hancko, Diks, Zekhnini, Hanuljak, Maganic etc etc…e questi erano costi.
Non voglio autocelebrarmi, ma quando sono andato via io…ho lasciato Kalinic, Borja Valero Cuadrado…Alonso preso a zero. La situazione è la stessa. La nostra proprietà è molto forte. Spetta a noi saper dare entusiasmo alla nostra presidenza.
Questo spetta a noi”. BILANCIO MERCATO. “Penso che adesso siamo una squadra completa. Vlahovic…lo abbiamo detto, Benassi è un uomo importante per noi. Voleva giocare e lo abbiamo accontentato. Così come Pulgar. Sono situazioni tecniche.
La squadra si sente forte, non abbiamo mai detto quale obiettivo dobbiamo raggiungere, ma abbiamo sempre detto che vogliamo vincere più partite possibile. Nessuno pensava che potessimo fare quello che abbiamo fatto fin qui. Cercavamo identità, e adesso c’è.
Non so dove potremo arrivare. La società vuole crescere e migliorarsi. Questo lo so”. ITALIANO. “Noi siamo molto contenti del lavoro di Vincenzo Italiano. C’è grande condivisione con lui su tutti, c’è feeling col presidente, con tutti noi.
Non abbiamo affrontato il discorso di blindature, perché è un contratto che abbiamo fatto pochi mesi fa. Ci piacerebbe molto fare un percorso lungo assieme. Poi le cose vanno decise in due. Lo abbiamo fortemente voluto, e abbiamo combattuto per prenderlo.
Il presidente è intervenuto in prima persona per prenderlo, assieme a Barone, con un’altra proprietà americana. Penso sia prematuro parlare di blindature” .



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