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Pongracic, è l'ora del riscatto: contro la Lazio torna titolare

Arrivato con grandi aspettative non ha fin qui convinto. Ma domani avrà una nuova occasione per dimostrare il suo reale valore

Il futuro di Marin Pongracic è cambiato questa estate, a metà luglio, quando la Fiorentina si è inserita nella trattativa tra il Lecce e i francesi del Rennes. In quei giorni il nazionale croato aveva già ricevuto il via libera a sostenere le visite mediche oltralpe, se non fosse stato per una telefonata partita da Firenze dove più o meno in quelle ore Milenkovic stava perfezionando il suo accordo con il Nottingham Forest.

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Scrive il Corriere Fiorentino. Così le sliding doors del mercato (e un’offerta viola da 15 milioni di euro più uno di bonus) hanno stravolto qualsiasi scenario, catapultando Pongracic al Viola Park alla corte di Palladino. Sarà stato per il colpo di scena inaspettato, oltre che per l’adattamento a un modulo a tre non troppo conosciuto, che l’avvio di stagione del croato non è stato dei migliori (anche in Nazionale dove è bastato un tempo contro il Portogallo di Ronaldo per spingere il c.t.

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Dalic a metterlo in panchina), ma ora che la Fiorentina è chiamata a rispondere sul campo alle critiche piovute sulla fase difensiva, è soprattutto a lui che si affiderà Palladino.

Per uscire dalle paludi della classifica, all’allenatore servono certezze

E «Pongra» come lo chiamano i compagni, almeno in teoria è una di queste. In assenza della punta Castellanos molte delle speranze laziali di mettere in difficoltà la retroguardia viola sono riposte in Dia, perciò sarà sull’attaccante senegalese che verranno misurati i progressi di un difensore il cui ambientamento nel mondo viola è stato tutt’altro che immediato.

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Colpa, come detto, di una linea a tre nella quale Pongracic non era abituato a giocare (a Lecce aveva agito quasi sempre in una linea a 4) ma anche di una continuità di rendimento che fino a oggi resta il suo tallone d’Achille.

Calcisticamente cresciuto in Germania, dove la famiglia croata si era stabilita in fuga dalla guerra nei Balcani, è in realtà in Salento, sotto lo sguardo di Pantaleo Corvino, che Pongracic si è fatto notare fino a diventare fondamentale nell’ultima salvezza del Lecce.

Eppure nemmeno nel corso di una stagione considerata più che positiva non sono mancati i passaggi a vuoto, come quando il Napoli ha rifilato 4 reti ai giallorossi a inizio campionato o come a Torino dove è stato anche espulso.

Ed è da quei black-out mostrati anche a Firenze che Pongracic è chiamato a ripartire per rispondere agli scettici sul suo arrivo in viola. D’altronde nelle prime gare giocate contro Parma e Akademia Puskas, in Conference, il croato non solo è parso in chiara difficoltà in marcatura, ma anche troppo nervoso come raccontano i 4 cartellini gialli collezionati in appena 3 partite, 2 dei quali consecutivi nell’esordio in campionato.

Lui che con i suoi 190 centimetri è tra i centrali più alti, dietro solo ai 193 di Moreno, resta ancora il candidato principale al ruolo centrale della difesa a tre, e a prescindere dagli errori fin qui commessi sarà proprio contro la Lazio — buona a proposito la prevendita, con la curva Ferrovia già esaurita e il Parterre di Tribuna molto richiesto — del fiorentinissimo Marco Baroni (che lo ha allenato nella sua esperienza sulla panchina del Lecce) che sarà chiamato a mostrare di che pasta è fatto.

La sfida è dimostrare di poter guidare la rinnovata difesa della Fiorentina, ma soprattutto che la dirigenza viola ha fatto bene, questa estate, a vedere in lui il giusto sostituto di Milenkovic.


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