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Polverosi: "Per Vlahovic non c’è sciarpa che tenga. Non è il primo "big" a tornare"

Il noto giornalista scrive del ritorno al Franchi dell'attaccante che è stato viola fino a poche settimane fa

Non è difficile immaginare l’accoglienza di stasera del Franchi a Vlahovic. Non è il primo ritorno a Firenze da ex di un grande giocatore, in passato ce ne sono stati altri, ma tutti diversi dal suo. Scrive Alberto Polverosi sul Corriere dello Sport-Stadio.

Il primo che si ricordi, almeno di un certo tipo, fu quello di Nicola Berti, passato all’Inter nell’estate dell’‘88. Trapattoni, allora allenatore dei nerazzurri, fu costretto a toglierlo dopo mezz’ora. Ogni volta che toccava la palla, veniva giù il Franchi dai fischi, Berti uscì frastornato.

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Per la cronaca, vinse la Fiorentina 4-3 con un gol di Baggio, uno di Enrico Cucchi e una fantastica doppietta di Stefano Borgonovo. Due di quei grandi protagonisti purtroppo non possono più raccontare cosa accadde quel pomeriggio.

Poi, anno ‘91, fu la volta di Roberto Baggio bianconero. Che prima rinunciò a battere un rigore (e Mareggini lo parò a De Agostini). E poi, uscendo dal campo, raccolse una sciarpa viola lanciata dalla tribuna e la portò con sé negli spogliatoi.

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Per qualcuno aveva tradito, per molti altri no e quel giorno il Franchi lo applaudì e lo fischiò (meno). Ancora per la cronaca: Fiorentina-Juve finì 1-0 per i viola, gol di Diego Fuser. Infine, anno 2001, Batistuta giallorosso, all’andata aveva segnato all’Olimpico contro la sua ex squadra.

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E al ritorno al Franchi venne accolto dagli applausi prima e dopo la gara, dai fischi durante. E comunque Bati ha sempre detto (e dimostrato) che Firenze è la sua seconda casa. Di nuovo per la cronaca: Fiorentina-Roma 3-1. Prima vittoria in carriera di un Mancini tecnico debuttante, con doppietta di Chiesa, Enrico, il padre di Federico che, da quando è diventato bianconero, non ha più messo piede al Franchi.

Tre ritorni di grandi ex, tre vittorie della Fiorentina. E’ solo cronaca.

Siamo a Dusan Vlahovic, il primo ex viola che torna a Firenze nella stessa stagione

In campionato, a Torino nel novembre scorso, era il 9 della Fiorentina (1-0 per la Juventus). In Coppa Italia stasera sarà juventino, lo sarà al ritorno ad aprile e anche il 22 maggio, all’ultima di campionato, di nuovo al Franchi.

Giorni fa ha dichiarato che per lui Fiorentina-Juventus è una partita come le altre. Noi gli crediamo, Vlahovic è pienamente centrato su se stesso e sulla sua carriera. Per la prima volta si troverà a giocare contro uno stadio intero.

Ma uno come lui difficilmente avvertirà la pressione, i fischi, i cori. Ha fatto il salto dalla Fiorentina alla Juventus dimenticando tutto e tutti come fanno i professionisti di oggi, freddi manager di se stessi. Contano le vittorie (di squadra ma anche e soprattutto personali), contano gli ingaggi, contano le prospettive.

Fra due anni, forse tre, se la sua crescita proseguirà a questi ritmi e se la Juventus non tornerà ai suoi vecchi livelli, Vlahovic andrà al Real Madrid al posto di Benzema. O al Bayern al posto di Lewandowski o al Manchester City.

E lascerà la Juve con la stessa naturalezza con cui ha lasciato la Fiorentina. Così Real-Juventus diventerà per lui una partita come le altre. E’ questo il destino che ha scelto per se stesso. Stasera provate a lanciare una sciarpa viola dalle parti di Vlahovic e vedrete se si chinerà a raccattarla...


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