Con i piedi per terra, ma una Fiorentina così fa ben sperare. 'Ciliegina' o no dal mercato, ora testa alla Conference: l'Europa è fondamentale
La regia di Arthur, i movimenti di Nzola, oltre alle vecchie certezze. Dove può arrivare questa Viola? Dipende dagli ultimi colpi. Ora il Rapid: la Fiorentina vale 10 volte tanto
Buona la prima. Anzi, buonissima. La Fiorentina è partita con il piede giusto, nel risultato (mai in discussione) ma soprattutto nella prestazione. Ricordate il 3-2 dello scorso anno contro la Cremonese grazie al 'regalo' di Radu?
Ecco, il 4-1 di Genova di sabato lascia ben altre sensazioni. Che vanno ben oltre i tre punti. Sensazioni che parlano di una squadra che si è ripresentata in buona forma fisica, ad esempio, rispetto ad un anno fa. Ma anche una formazione che tatticamente sembra andare in scia con quanto appreso negli ultimi mesi, nonostante i tanti cambi in chiave mercato (per ora 8 nuovi innesti).
Concetti chiari, applicazione degli schemi provati. Intensità, pressing, fraseggi. E finalmente cinismo. Benedetto cinismo. BENEDETTO CINISMO. Perché la Fiorentina sabato è stata brava a colpire subito. Come ai tempi migliori.
Ma come mancato molte volte nella scorsa stagione. Il gol (di destro all'incrocio) di Biraghi, il raddoppio di Bonaventura. E il tris di Nico da palla inattiva (altro limite a volte dell'anno scorso). Tre gol sui quattro tiri nello specchio (sei totali) nel primo tempo.
Chiamasi, appunto, cinismo. Qualità non sempre avuta, anzi, nella scorsa stagione dalla squadra di Italiano. Ovviamente è solo la prima prova, sarà difficile ripetere questo trend già nei prossimi impegni e nel lungo periodo per una squadra che abituerà ancora a costruire tante occasioni.
Ma partire così è senz'altro di buon auspicio. SCOPERTE. Con un Arthur già leader del gioco, centrocampista a tutto campo che lo scorso anno è mancato. Si era intravisto nelle amichevoli, si è avuta conferma nella prima uscita ufficiale.
È un giocatore che fa la differenza. Italiano lo sapeva, la società è stata brava a cogliere l'occasione a cifre ridottissime. La sfida sarà quella di farlo rendere sempre così. E poi i senatori, da Bonaventura a Biraghi, passando per Gonzalez, o pure Mandragora.
La sicurezza di Milenkovic, la conferma di Ranieri. Ma anche le belle scoperte. Bellissime, come Kayode: altro che tornare sul mercato, gli va data fiducia per far da spalla a Dodo, uno che si è già innamorato del giovane compagno in fascia (e c'è un Pierozzi che comunque, quando entrerà in forma, potrà essere testato).
Ma anche Nzola ha dato subito buone risposte. Non è ancora al 100%, si vede, ma già il pressing coordinato con i compagni fa capire quanta differenza ci sia tra lui e Cabral/Jovic. E poi le caratteristiche fisiche e tecniche che permettono, e permetteranno, alla Fiorentina di giocare con palla addosso al centravanti, di sfruttare i suoi movimenti per creare spazi.
DOVE PUO' ARRIVARE. L'esperienza impone di restare con i piedi per terra, cavalcare sì l'entusiasmo ritrovato (dopo le due finali perse) ma anche senza esagerare perché siamo davvero agli albori di tutto. La Fiorentina nelle griglie di inizio campionato di media e tifosi a livello nazionale veniva data tra 7° e 8° posto, nel gruppo però c'è la sensazione di poter fare decisamente di più.
Arthur ha parlato addirittura di obiettivo Champions, Biraghi e compagni chiaramente hanno anche il 'tarlo' di voler alzare un trofeo dopo le delusioni tra Coppa Italia e Conference. Sarà il campo a parlare, ma sulla carta può nascere una bella Fiorentina.
Con tante soluzioni. Anche perché, lo ripetiamo, questa squadra ha concluso il girone di ritorno dello scorso campionato conquistando 33 punti, per il 5° parziale assoluto. Mentre dalla 24° giornata, ovvero dalla svolta di Verona, i viola si sono presi ben 31 punti in 15 partite (meglio fece solo la Lazio).
Insomma, una Fiorentina che ormai da tempo, da quando ha imparato a gestire i tre impegni a settimana, ha un ritmo importante. Mentre lo scorso campionato, ad esempio, gran parte del gap con le prime fu accumulato proprio in occasione della partenza (5 punti nelle prime 6 gare) e della ripartenza post-Mondiale (6 punti nelle prime 8 gare del 2023).
LA 'CILIEGINA'... O NO? Ora tanti cambiamenti sul mercato, tanti volti ancora da scoprire. Da Beltran, gioiello da veder luccicare presto, a Infantino, passando per Parisi, Sabiri e gli altri. Ma anche miglioramenti da aspettarsi da parte di chi c'era, come Brekalo, apparso subito in forma diversa rispetto ai primi mesi in viola.
Chiaro che poi tanto passerà dagli ultimi 10 giorni di mercato. "Abbiamo fatto una squadra più forte, lo avevamo detto e lo abbiamo fatto. Altri acquisti? Non ce ne sono stati abbastanza? Mettete i soldi e andate a comprarli voi", le parole di Commisso al suo ritorno in Italia, con riferimento alla possibile 'ciliegina' di fine mercato.
Tra il serio e il faceto, l'impressione è che un salto ulteriore di qualità potrebbe arrivare proprio dagli ultimi colpi. Tra centrocampo e difesa, del resto, qualcosa può ancora cambiare: Quarta in uscita, per Amrabat ancora stallo in attesa della svolta.
Se si lavorerà bene alle cessioni, come fatto con Igor, Cabral e gli altri, potrebbero arrivare una quarantina di milioni da poter reinvestire in due ruoli chiave. E poi occhio agli esterni d'attacco, perché le offerte degli ultimi giorni potrebbero ancora mescolare le carte.
TESTA ALLA CONFERENCE, SENZA JOVIC. Tra i partenti c'è anche Jovic, che ormai difficilmente può rientrare nel progetto di Italiano. Pochi segnali nelle amichevoli (al di là dei gol), fuori dalla prima di campionato, escluso dalla lista UEFA.
Insomma, neanche la Conference, se qualcuno lo aveva pensato, può essere un'occasione da sfruttare. E allora palla in mano ai dirigenti e a Ramadani per trovare una soluzione. Perché continuare insieme non conviene forse a nessuno.
E a proposito di Conference, ora testa al Rapid Vienna. Una squadra che dopo un primo avvio di stagione così e così è reduce da un doppio 5-0 tra il Debrecen e il neopromosso Linz. L'Allianz Stadion di Vienna sarà parecchio caldo, da giorni l'ambiente viene caricato per un appuntamento sentito come storico.
Insomma, ci sarà da stare attenti. Ma la Fiorentina ha già passato, ad esempio, l'esame Marassi, altro stadio bollente prima del poker viola. E anche l'anno scorso i viola si sono imposti con forza anche in piazze complicate a livello ambientale, da Enschede a Braga, da Sivas a Poznan, fino a Basilea.
Ovunque l'accoglienza per la Fiorentina è stata a decibel elevati, ma mai i viola si sono lasciati intimorire. Anzi, spesso hanno rifilato gol e conquistato grandi imprese proprio in trasferta. EUROPA FONDAMENTALE. Si riparta da qui, con rispetto ma anche consapevolezza.
Da un divario tecnico e tattico che inevitabilmente esiste. Come parametro si prenda il valore oggettivo di Transfermarkt, che senz'altro non va in campo ma che può aiutare a farsi un'idea: l'intera rosa del Rapid Vienna è valutata 23 milioni, meno del solo Nico Gonzalez.
Mentre la Fiorentina nella sua interezza è quotata 273 milioni, più di 10 volte tanto rispetto agli austriaci. Insomma, c'è da mettere in campo questa superiorità che non può essere solo oggettiva. Anche perché per la Fiorentina l'Europa è fondamentale.
Lo scorso anno ha tolto energie ad inizio stagione, ma poi è stata il motore per la grande cavalcata degli ultimi mesi. Una rosa corposa che ha bisogno dell'impegno europeo per misurarsi e confrontarsi con altre realtà internazionali.
Pazienza se le avversarie non saranno Real Madrid o Manchester City, ma giocare in Europa ha sempre un valore particolare per ogni giocatore. In più tutto questo fa esperienza, come si è visto bene nella scorsa stagione. Con più maturità, con più consapevolezza, ma anche con maggiori qualità sulla carta, la Fiorentina ha la possibilità concreta di arrivare ancora fino in fondo.
Prima, però, c'è l'esame Rapid Vienna da superare.



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