Pagellone VI.IT, dirigenza e allenatore: Italiano sufficiente, società no
Le votazioni dei singoli della Fiorentina reparto per reparto. Per quanto riguarda Italiano stagione comunque sufficiente, diversi gli errori della società
ITALIANO, VOTO 6 Se avesse portato a Firenze quel maledetto trofeo di Atene…ma tra il riuscirci e il non averlo fatto ci passano tutte le differenze di valutazione del mondo. In fin dei conti ha chiuso il campionato allo stesso posto in classifica, anche se con 4 punti in più dello scorso anno, in Coppa Italia stava per raggiungere un’altra finale e in Conference ha raggiunto (ma perso) la finale.
L’andamento, dunque, è stato praticamente lo stesso dell’anno precedente e di quello precedente ancora, dove Italiano chiuse settimo in classifica e in semifinale di Coppa Italia. Il vero cruccio sta nei modi in cui ha perso le gare decisive: con l’Atalanta al solito modo, con tutti gol presi in ripartenza e contropiede, tra cui quello che ha sbloccato dopo meno di 10’ una partita a cui la Fiorentina arrivava dopo aver vinto 1-0 l’andata (esattamente ciò che era tassativo evitare).
Scellerato l’input di far salire quasi tutti a pochi secondi dal termine dei tempi regolamentari, visto che da quella decisione (oltre a vari errori dei singoli) è nato il gol qualificazione dei bergamaschi. Ad Atene, invece, la Fiorentina ha fatto una partita opposta rispetto a quelle che sono sempre state le sue caratteristiche, sprecando nel primo tempo ma poi rinunciando a giocare, perdendo lo stesso.
Alla fine di questa stagione restano tanti rimpianti per non aver centrato l’Europa League né via campionato né via vittoria nelle coppe, aspetto che avrebbe fatto fare alla Fiorentina un piccolo upgrade, oltre alla solita delusione per aver perso un trofeo contro una squadra che non è apparsa niente di che.
Non è apparsa ottimale la gestione di alcune risorse, da Parisi a Barak passando per Beltran, ma tornando a quanto detto in precedenza…se ogni volta alla Fiorentina servono 10 tiri per fare un gol mentre gli avversari, al primo tiro o quasi, segnano, difficilmente si può ambire a vincere.
E in questo discorso resta tutto da capire quanto abbia inciso il tecnico (con schemi e fase offensiva, con gli esterni a piede invertito, con le richieste tattiche ai singoli) e quanto non sia tutto solo e soltanto dovuto ai limiti dei calciatori a disposizione, sia davanti nello sprecare che dietro nel non riuscire a chiudere.
Aver gestito la perdita di una figura centrale nella quotidianità della Fiorentina com’era Barone non è da sottovalutare. SOCIETA’, VOTO 5 La scomparsa di Barone ha lasciato un vuoto importante nella quotidianità della società viola, ma questo non cambia le valutazioni.
Per l’ennesimo anno la Fiorentina ha sbagliato tutte le scelte in attacco, spendendo 40 milioni in estate per due centravanti che hanno fatto pochissimi gol, dovendo poi ricercare un altro attaccante a gennaio, preso in prestito secco e che ha chiuso con 4 reti (2 in una gara inutile).
Non era semplice peggiorare ancora dopo l’annata difficile vissuta da Cabral e Jovic l’anno scorso. Tutti gli innesti hanno fatto male, da Christensen pagato 5,5 milioni a Parisi pagato 10 (quanto abbia influito negativamente sul rendimento dell’ex Empoli la mano di Italiano sarà tutto da vedere con un altro allenatore), passando per Arthur e Lopez (due prestiti) che non hanno certamente disegnato calcio, tranne che per il brasiliano quando è stato bene (poco, a inizio stagione).
Aver considerato questa rosa come in grado di poter mantenere quel quarto posto che aveva raggiunto a inizio gennaio, o almeno di poter restare in quelle zone di classifica lì (in un anno in cui da mesi si sapeva che ci sarebbe stata la possibilità di avere cinque posti in Champions) non facendo niente sul mercato se non prendendo in prestito Faraoni e Belotti, ‘costringendo’ Italiano a giocare tutto il primo mese dell’anno coi soli Ikoné e Brekalo a disposizione come esterni offensivi (col croato che era già in uscita dal primo gennaio) è apparsa una scelta scellerata.
Col senno del poi, si dirà. Bhé, in realtà era convinzione comune in quei giorni di gennaio. Senza dimenticare la scelta di cedere Mina e restare con tre centrali più Comuzzo. Altra decisione quantomeno discutibile, visto che Ranieri è arrivato in fondo stremato).
Le gestioni di alcuni calciatori in scadenza non hanno pagato, dagli attriti con Bonaventura sul rinnovo alla questione Castrovilli, passando per una rosa che al termine della stagione andrà rifondata pur avendo pochi giocatori cedibili da cui poter monetizzare.
Tanti, troppi errori. A maggior ragione in una stagione in cui l’Atalanta ha vinto l’Europa League e il Bologna è andato in Champions. Realtà a cui la Fiorentina non avrebbe nulla da invidiare, ‘avrebbe’.



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