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PAGELLONE VI.IT, staff e dirigenza: Italiano tra alti e bassi. Società non perfetta

Il 2022 è ormai volto al termine. Inizia il 2023 per la Fiorentina. Come di consueto, fine anno tempo di pagelloni con l’analisi dei singoli

Fine 2022, tempo di pagelle. Per quanto la stagione della Fiorentina sia terminata a novembre e stia per riprendere a giorni, ecco le votazioni dei calciatori viola dopo 15 gare di SerieA e 8 di ConferenceLeague (preliminari compresi).

Dopo i calciatori è la volta di staff e dirigenza: ITALIANOVOTO 6 Quanto fatto nella prima parte di 2022 merita elogi e riconoscimenti. Portare la Fiorentina in Europa dopo aver perso a gennaio il capocannoniere della Serie A e averlo rimpiazzato con Cabral e Piatek non era scontato né semplice.

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In questo avvio di stagione ha pagato oltremodo lo scotto di dover fronteggiare il doppio impegno per la prima volta nella giovane carriera da tecnico, in un anno in cui, oltre alla Conference League, ci si è messo di mezzo anche il Mondiale in inverno a comprimere ulteriormente il calendario.

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Tanto che molti dei punti persi dalla Fiorentina sono coincisi con le primissime giornate, tra Empoli, Udine e Bologna, quando Italiano ha badato più a gestire le energie che a mandare in campo i migliori a disposizione. Il turnover massiccio, quasi totale, effettuato dall’allenatore gigliato nelle prime settimane di stagione non ha pagato, né in termini di prevenzione degli infortuni né nei risultati.

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Anche il gioco aveva iniziato a latitare, con trame infinite di passaggi e difficoltà nel trovare la via del tiro e del gol. Poi il cambio di rotta, col passaggio al 4-2-3-1 che ha portato la Fiorentina a rimediare una situazione complessa nel girone europeo e a recuperare qualche punto in classifica in Serie A.

Ma, come detto e rimarcato più volte dai dirigenti viola, ancora non c’è nulla di cui esser contenti. Si può e si deve migliorare. Notevole il lavoro fatto da Italiano su Amrabat, così come su Kouame e pure Ikoné. Il 2023 partirà con una raffica di gare da vincere a tutti i costi per la Fiorentina.

Già a fine febbraio sarà possibile tracciare un ulteriore bilancio di quanto fatto anche dal tecnico. SOCIETÀ VOTO 5.5 Voto alto per alcune voci, negativo per altre. Aver investito oltre 100 milioni sul ViolaPark, che verrà inaugurato quest’anno, merita elogi ed applausi, così come l’aver contribuito alla valorizzazione di Amrabat, fortemente voluto da Commisso che ha creduto nel marocchino a costo di sacrificare Torreira.

Importante la via tracciata dal presidente viola anche su Kouame, altro elemento su cui mister Mediacom ha fortemente puntato in estate, così come l’aver tenuto Italiano con precedente rinnovo. La serie di arrosti commessi sul discorso liste a inizio stagione non è stata da top club, con falle in difesa e qualche scelta rivedibile anche per la mediana.

Aver puntato su Jovic non è stata una mossa felicissima fin qui, ancora meno quella di aver dato ancora fiducia a Cabral. Milioni ne sono stati spesi, dai 16 per Dodo ai 10 per Mandragora e ancor prima su altri calciatori, quasi tutti arrivati come giocatori di proprietà.

Il punto resta come quei soldi sono stati spesi (cioè non proprio benissimo). Sulle battaglie in Lega la Fiorentina ha visto la propria linea trovare tantissimi consensi in termini ideologici, ma pochi in quelli pratici. Tanto che a vincere è stata la linea di altri patron, evidentemente più apprezzati dal palazzo.


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