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Odriozola: "Non ho mai imparato tanto come con Italiano. Vincere un trofeo a Firenze..."

"A Firenze si vive per il calcio, vincere un trofeo qui farebbe impazzire la gente. Da 'grande' potrei fare l'attore", ha detto il terzino spagnolo

Reduce da una stagione in prestito alla Fiorentina, il terzino spagnolo di proprietà del Real Madrid Alvaro Odriozola si è raccontato al Guerin Sportivo.

L'AMORE PER FIRENZE. “L'ho sempre ammirata come città. Quando è iniziata la pandemia, più o meno a marzo 2020, giocavo al Bayern Monaco.

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Avevamo quattro giorni liberi e io avevo bisogno di staccare, anche per quello che stava capitando. Avevo deciso di venire a Firenze quattro giorni, a fare un giro per la città. Poi il Covid ha limitato le nostre vite”.

L'ARRIVO A FIRENZE.

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Ho avuto la conferma di quello che pensavo. Questa città è unica. Nei giorni in cui era uscito il mio nome sui giornali, ho iniziato a ricevere messaggi sui social. Ancora erano solo voci eppure i tifosi viola già mi scrivevano.

Ho pensato 'Wow, devo andare lì'”.

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PRIMO GIORNO A FIRENZE. “Ricordo che quando il trasferimento è diventato ufficiale in molti dicevano 'Ma abbiamo preso un attore o un calciatore?'. Sai in molti sui social (ride, ndr)... Ho capito subito la passione.

E mi piace tanto anche la vostra ironia. Firenze è Firenze e il calcio qui è una religione”.

ZONA PREFERITA. “L'Oltrarno. Mi piace perché c'è movimento di persone ma anche perché ci sono tanti negozi di antiquariato. Amo la cultura.

Qui sono in uno dei posti più belli al mondo”.

MUSEO PREFERITO. “Gli Uffizi. Però se devo scegliere un capolavoro dico il David di Michelangelo all'Accademia. E poi Ponte Vecchio, il Corridoio Vasariano, tutte le storie dell'antichità su questi luoghi.

Che bello”.

CURVA FIESOLE. “Parliamo della Curva Fiesole, dai. L'ambiente è incredibile, tutti gli amici che mi sono venuti a trovare dalla Spagna me lo hanno detto. A Firenze si vive per il calcio anche se devo dire che la passione c'è in tutta Italia: quando siamo stati a Salerno, ho sentito un tifo pazzesco”.

PARTITA PIÙ EMOZIONANTE.

Fiorentina-Juventus di Coppa Italia. Sono entrato in campo e ho visto la coreografia dedicata a Dante. Ho avuto la 'piel de gallina', come si dice, la pelle d'oca”.

RESTYLING FRANCHI. “Ho visto i progetti di restyling, devo dire che mi sono piaciuti tutti.

Io li avrei fatti tutti (ride, ndr). Quello che ha vinto è bellissimo, per il calciatore avere i tifosi vicino è importante, ti danno una carica in più. E, lasciamelo dire, oltre allo stadio a Firenze avremo presto il Viola Park, il centro sportivo di Bagno a Ripoli.

Abito (abitavo, ndr) vicino”.

VIOLA PARK. "Mi appassiona, verrà simile al centro sportivo del Real Madrid, così come a quello del Tottenham. Il presidente Commisso ha fatto un grande lavoro, gli ho fatto i complimenti. Sta facendo come le piante: mettiamo le radici, e poi sali, sali e non ti fermi.

Ma tutto parte dalle fondamenta”.

GRUPPO FIORENTINA. “Intanto dico una cosa. È la prima volta che mi capita di avere un gruppo del genere, siamo davvero una famiglia. Il personaggio del gruppo è Nico Gonzalez, fa sempre scherzi.

Pensa che quando siamo in palestra e iniziamo ad allenarci, lui prende il microfono e inizia a cantare. È stonatissimo, non è bravo”.

STILE. “Chi veste meglio? Saponara. Elegante, stile italiano, top. E peggio? Qui c'è scelta.

Sottil sembra che sia un artista di hip hop, ma non è il mio genere. E poi Milenkovic: poverino, si vestirebbe anche bene in generale, ma compra delle scarpe orribili”.

IL PADRE PABLO. “Giocava a calcio ed era pure bravo, ma non ha avuto fortuna con gli allenatori.

Abbiamo giocato anche insieme, nella terza squadra della Real Sociedad. Il fenomeno in famiglia è un altro. Daniel, mio fratello più piccolo. È bravo a sciare, diventerà un professionista, si allena a Baqueira”.

IL MOMENTO DELLA SVOLTA.

Quando ho debuttato con la maglia della Real Sociedad. La partita era contro il Malaga. Mi sono detto 'Cavolo, se sono qui, qualcosa vorrà dire'. Poi il mio allenatore Eusebio Sacristan mi dava molta fiducia e quindi mi sentivo bene.

Non è che potevo fermarmi”.

REAL MADRID. Un anno a Madrid è come cinque in un altro luogo. È come fare un master di calcio e di vita insieme. Impari tanto, ci sono pressioni diverse rispetto agli altri club. Però al tempo stesso capisci bene le cose importanti della vita, come la famiglia, la salute.

Relativizzi il tutto e lavori per diventare una versione migliore di te”.

ITALIANO. “Tornando al campo ti posso dire che ringrazio Italiano. Non ho mai imparato così tanto nella mia vita. Con lui abbiamo fatto futbol offensivo, rischiamo ma curiamo anche la parte difensiva”.

UN TROFEO A FIRENZE.

Come sarebbe la vittoria di un trofeo a Firenze? Immagino l'Inferno di Dante ma di gioia. La gente impazzita. Avrei voluto giocare il ritorno di Coppa Italia con la Juve, ma quell'infortunio di m... Al ritorno da Bergamo, dopo la vittoria in Coppa con l'Atalanta, ho visto tutta quella gente che ci acclamava.

Ho pensato: cosa accade se vinciamo la Coppa? ”.

IL FUTURO. “Hai detto che sembro un attore. Ho un amico nel settore e il cinema mi piace. Il mio artista preferito è Leonardo Di Caprio, ma amo gli italiani e i toscani, da 'La Vita è bella' di Benigni a Zeffirelli.

Sai che c'è? Quando finisco col calcio divento un attore”.


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