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Napoli, ora guida Lobotka: da insultato a fondamentale per Spalletti

Pagato 20 milioni e accusato di essere "grasso", con Spalletti però è il regista intoccabile degli azzurri

Sul Corriere dello Sport si parla in casa Napoli di Lobotka, giocatore rilanciato. C'era una volta un calciatore triste: la gente gli urlava che era fuori forma, anzi che era proprio grasso; l’allenatore non lo faceva giocare praticamente mai; e tutti dicevano che non valeva neanche la metà della metà dei 20 milioni che il direttore sportivo, a sua volta massacrato di critiche, aveva fatto spendere al suo club per acquistarlo.

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Poi il calciatore triste è diventato magro e anche un mago, il pallone c’è e ora non c’è più; il nuovo allenatore lo ha messo al centro della squadra e del progetto più ambizioso con l’etichetta di intoccabile; e quei 20 milioni spesi a gennaio 2020 si sono rivelati un investimento azzeccato.

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Questa è la storia di Stanislav Lobotka, uno degli artefici della svolta del Napoli prossimo avversario viola.

FONDAMENTALE. "Ho vissuto un momento difficile - ha spiegato in un’intervista -: non giocavo e pensavo di cambiare squadra perché volevo godermi il calcio.

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Poi, è andato via Gattuso e Spalletti ha dimostrato subito di credere in me. Tra l’altro, molti non capivano come fosse possibile che un calciatore costato 20 milioni non riuscisse a giocare. Dicevano che ero grasso". Dopo l’Europeo, però, s’è presentato in ritiro a Dimaro in forma perfetta: ha smaltito sette chili, e poi s’è affidato totalmente a Spalletti.

Ha dimostrato di essere un regista con i fiocchi e ha scalato le gerarchie. Oggi è un elemento fondamentale del Napoli che insegue lo scudetto. Ci sono i suoi ciak, dietro il decollo della squadra; la sua capacità di mettere ordine e calma, di dettare i ritmi e anche di strappare, di guadagnare metri e campo.

Magari le verticali e i lanci lunghi non sono i pezzi forti del suo repertorio, ma quando il pallone è tra i piedi di Lobotka è come se fosse blindato. In cassaforte. Lui è l’uomo dell’equilibrio, delle pause e della ripartenza, e quelli che ieri lo insultavano oggi lo acclamano.


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