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Meglio il Sassuolo, ma la Fiorentina vince. Italiano si affida ai singoli più che al gioco

La voglia di vincere, i tentativi confusionari e il rigore discusso nel finale: così la Fiorentina si prende i tre punti. Per la Gazzetta vittoria immeritata

L’episodio del rigore finale ha regalato alla Fiorentina una vittoria immeritata. Il Sassuolo ha mostrato una manovra migliore, soprattutto nel primo tempo, quando Obiang sorprendeva spesso gli avversari con i cambi di gioco, Frattesi si muoveva a un ritmo diverso da tutti gli altri e la fase difensiva veniva svolta senza problemi.

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Infatti la Fiorentina non ha mai calciato nello specchio della porta fino all’intervallo. Dionisi paga, però, la scarsa giornata di Laurientè che nel suo piano tattico avrebbe dovuto sfruttare il lavoro degli altri negli uno contro uno che gli venivano apparecchiati.

E invece il francese non ha approfittato della libertà e il gioco del Sassuolo si arenava al limite dell’area pure perché Berardi alternava buone cose a errori inusuali, dovuti a una condizione ancora precaria. Il Sassuolo ha manovrato tanto, ma tirato poco: da qui nascono la sconfitta e anche la posizione in classifica.

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Così scrive La Gazzetta dello Sport. VOGLIA DI VINCERE. La Fiorentina è stata rianimata da un errore di Ferrari a inizio ripresa (assist per Saponara, che ha realizzato l’1-0) e, dopo essere stata raggiunta da un rigore di Berardi (parata di Dodo su tiro di Pinamonti: in questo caso giustissimo l’invito al monitor di Doveri a Manganiello che si era perso il fallo), ha avuto almeno la forza di provare a vincere nel finale: tentativi confusi, ma generosi e questo è un segnale positivo.

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Italiano, costretto a lasciare ancora Amrabat in panchina, ha cambiato tanti uomini affidando per una volta la soluzione del rebus ai giocatori e non al gioco. E così Saponara ha segnato e creato pericoli, Castrovilli ha messo un po’ di ordine, Gonzalez ha fallito un’occasione e ha trasformato il rigore decisivo.

Poco, addirittura pochissimo. Ma sufficiente per vincere. A volte il calcio è così, basta non farci l’abitudine.


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