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Maleh: "Voglio un trofeo in viola, ma ora pensiamo all'Europa. Italiano coinvolge tutti"

Lunga intervista del centrocampista della Fiorentina al sito gianlucadimarzio.com. Dal passato al presente ed i sogni in viola

Queste alcune parole di Youssef Maleh, a cominciare dal suo rapporto con Firenze: “A Firenze mi sto trovando bene, sia dentro che fuori dal campo. E’ una città splendida. Qua ci sono più pressioni perché è una piazza più importante, con una grande storia.

Vivo in centro con la mia ragazza. In particolare mi piace andare ai giardini di Boboli, ci sono stato anche di recente, ma ci sono tanti altri posti molto belli. Ho anche portato una bicicletta per uscire e viverla a pieno, ma non come Igor che ancora non ha la patente”.

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Sugli inizi: “Ho iniziato nel campo davanti a casa, a Portonovo che è il paese di Giacomo Bulgarelli, con gli altri bambini. La passione per il calcio me l’ha trasmessa mio fratello, che gioca ed è un grande appassionato, ma ne parliamo in famiglia anche con mio padre e mia sorella.

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Il mio idolo era Messi, oggi non ho riferimenti. Guardo i migliori e cerco di imparare il più possibile. Il mio ruolo è sempre stata la mezzala, anche se quando ero più giovane ho giocato anche da trequartista e da esterno”. L'arrivo in viola: “Ero in scadenza di contratto e mi misero fuori rosa per un mese.

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Il mio procuratore mi disse che c’era l’interesse della Fiorentina, che poi si è concretizzato e sono rimasto in prestito. Non esitai un secondo nell’accettare questa squadra e penso che nessuno lo farebbe”Su Italiano: “Penso che sia un allenatore che cura tanto i dettagli e questo ha fatto la differenza in questa stagione.

Anche gli scorsi anni ha saputo coinvolgere tutti i giocatori, con lui nessuno sa se gioca o meno. Questo è positivo. Da ex centrocampista capita che ci dia dei consigli, ma in generale lo fa con tutti. Capita anche che ti fermi fuori dal campo, negli spogliatoi o nei corridoi per perfezionare qualcosa che non è andato bene in allenamento.

Cerca di trasmettere qualcosa di diverso in campo, rispetto a Zanetti e Dionisi che sono più verticali, mentre lui ricerca più il possesso della palla”. Sui compagni: “Penso di aver legato con tutti, sono ragazzi molto disponibili e umili.

Saponara mi ha dato una grande mano all’inizio della stagione: lui è una grande persona e cerca di tenere tutti uniti, anche nei momenti negativi. Poi parlo molto con Amrabat, che è mio connazionale”. Su Cabral e Ikoné: “Arrivano da due realtà importanti ed è normale che ci voglia un po’ di tempo per adattarsi, ma si stanno adattando bene e sono cresciuti molto rispetto all’inizio.

Possono solo migliorare e possono darci una grande mano in questo finale di stagione”. Il bilancio della stagione: “Penso che il bilancio sia positivo, sia a livello personale che di squadra. A inizio stagione avrei messo la firma a giocare così tante partite.

Sono molto felice. Il momento migliore credo sia stato tra dicembre e gennaio, quando ho iniziato ad avere un po’ di continuità. Ho anche segnato il primo gol in Serie A proprio al Bologna e ho ricevuto diversi messaggi di persone che conoscevo per farmi i complimenti.

Il periodo peggiore invece credo sia stato quando la squadra non ha ottenuto i risultati e di conseguenza si fa più fatica. Ora dobbiamo pensare alla Sampdoria e poi alla Juventus per cercare di fare più punti possibili per raggiungere il nostro obiettivo”.

E riguardo al futuro“Ci sono tanti aspetti che devo migliorare e col tempo lo farò. Voglio crescere stagione dopo stagione in termini di minutaggio, gol, assist, e la posizione in classifica per quanto riguarda la squadra. Voglio raggiungere qualcosa di importante con la Fiorentina, magari qualche trofeo”.


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