'L'Europa non è un'ossessione', ma raggiungerla darebbe una svolta al cammino viola. Il 'monito' Empoli e le incognite post-sosta
Soldi, visibilità, appeal, mercato: uno step che darebbe impulso al progetto di Commisso. Le ultime 10 (speriamo 11) finali, ma il primo ostacolo è già insidioso
Staccare la spina per due giorni, per poi ripartire con la carica giusta verso la volata finale. La Fiorentina si rimette in moto dopo un weekend (lungo) di pausa, da oggi si torna a pensare al campionato e alla corsa all'Europa. "Non deve essere un'ossessione", ha ripetuto Vincenzo Italiano in più occasioni.
Ma è chiaro che tutti sognino quell'obiettivo. Nello spogliatoio, in società, tra i tifosi. C'è la voglia, grande, di riportare Firenze sui palcoscenici che merita. Dopo un'annata fin qui anche oltre le aspettative. L'ultima volta che la Fiorentina ha toccato l'Europa era febbraio 2017, 2-4 al Franchi contro il Borussia Monchengladbach ai Sedicesimi di Europa League.
C'è il forte bisogno di tornare a giocare quelle sfide, di confrontarsi oltre i confini nazionali, di tornare a 'rinfrescare' un ranking Uefa che la Fiorentina aveva lasciato cinque anni fa al 25° posto assoluto, davanti a Roma, Lazio, Milan, Inter e Atalanta.
SVOLTA. Insomma, non sarà e non dovrà essere un'ossessione, anche per vivere con la giusta 'spensieratezza' questo finale di stagione (condizione in cui questa Fiorentina sa meglio esaltarsi), ma è chiaro che centrare l'Europa cambierebbe parecchie prospettive al cammino dei viola.
Potrebbe essere una svolta per il progetto (parola purtroppo spesso abusata e bistrattata) della società di Commisso. Perché se da altre parti spesso le coppe europee 'minori' sono state snobbate, qui c'è una tradizione di cavalcate anche piuttosto importanti, anche nel recente passato. "I momenti più belli?
Le partite in Europa League sicuramente", le parole non a caso di Babacar, uno che ha vissuto campagne importanti a livello europeo con i viola. Uno step che permetterebbe alla Fiorentina non solo di esportare un nuovo 'modello' (anche calcistico) fuori dall'Italia, di crescere a livello economico, di avere più visibilità, ma anche di attirare giocatori importanti.
O far restare chi già c'è. Quell'impegno infrasettimanale che a qualcuno dall'esterno può sembrare un 'peso', in realtà può rappresentare un valore aggiunto. Anche senza i milioni e la 'musichetta' della Champions League. APPEAL E MERCATO.
Sarebbe più facile, per esempio, tenere uno come Odriozola, ma anche Milenkovic. Oppure dare un palcoscenico in più a Torreira. Giocatori che già amano Firenze ma che avrebbero uno stimolo in più per restare. Per non parlare dei possibili acquisti.
Essere o non essere in Europa fa tanta, tantissima differenza. Specie per una società come la Fiorentina che si sta ricostruendo credibilità calcistica dopo anni di buio e grandi difficoltà. Un passo avanti anche per far crescere tanti ragazzi giovani, come Sottil, Castrovilli, Maleh, Igor.
Oltre ad essere un'opportunità di crescita anche per lo stesso Italiano, tecnico decisamente ambizioso. E anche ospitare al Viola Park realtà europee sarebbe un biglietto da visita non da poco per la società di Commisso, tra l'altro.
LA VOLATA FINALE. Tanti motivi, quindi, per provare a cercare quella che ad inizio stagione sembrava una vera e propria impresa. Con il gioco e i risultati la Fiorentina si è costruita l'opportunità di entrare nelle prime sette e giocarsi una semifinale di Coppa Italia, colmando un gap che a giugno scorso pareva enorme e difficilmente riempibile.
Ci sono, però, le ultime 10 (e speriamo 11) finali da giocare. In cui misurarsi con le medio-piccole ma anche, e soprattutto, con le prime della classe. Il primo scoglio, alla ripresa, si chiama Empoli. Un derby metropolitano tutt'altro che banale.
All'andata gli azzurri inflissero una sconfitta parecchio cocente, con la rimonta in due minuti nel finale di gara. Dalla voglia di vincere al ko più amaro. Tanto che lo stesso Italiano, a seguire, ha preso spesso quella partita come 'monito'.
"Perdere mi brucia dentro", ha ripetuto più volte il tecnico viola. Che memore della gara del Castellaniin certe occasioni si è preso volentieri un punto piuttosto che rischiare di perdere. LE INSIDIE POST-SOSTA. Senz'altro in questi giorni farà rivedere spesso quelle immagini ai suoi giocatori.
Come accade sempre quando si analizzano le partite, ma forse anche qualche volta in più per trasformare quel senso di rivincita in energia positiva. Del resto, le squadre sono in momenti diversi rispetto a novembre, ma la rivalità resta e la partita è decisamente insidiosa.
Per di più con le incognite del rientro post-sosta. La Fiorentina in questa stagione ha alternato grandi risultati (Atalanta a settembre e Milan a novembre) a tonfi clamorosi (Venezia ad ottobre, Torino a gennaio e Lazio a febbraio), e anche domenica contro l'Empoli ci saranno le solite difficoltà, con il rientro a ridosso del weekend di Gonzalez, Torreira e Quarta, con Piatek acciaccato in Nazionale (e anche Milenkovic out per precauzione nella prima sfida della Serbia), con Bonaventura che deve ancora ricominciare ad allenarsi in gruppo, con Arthur Cabral che cerca la condizione fisica migliore.
Non si potrà però fallire l'appuntamento. Il pari di San Siro deve dare una spinta nelle motivazioni anche nel derby del Franchi. Per cominciare con il piede giusto la volata finale per un posto in Europa.



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