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Lega Serie A, due volte in bianco. Bonomi resiste, ma occhio al candidato di Lotito

Un commissario ad acta se non sarà concessa una proroga. Bonomi (un voto) resta in corsa. E Lotito pensa a Lorenzo Casini

Né il nuovo presidente e nemmeno il nuovo statuto. L’Assemblea di ieri si è conclusa con un doppio nulla di fatto.

Come era, peraltro, nelle previsioni, anche se un tentativo per adeguare il regolamento interno è stato fatto. A meno di sorprese, dunque, oggi il Consiglio Federale nominerà un commissario ad acta. In merito al presidente, invece, c’è stata comunque una votazione, ma solo allo scopo di transitare alla terza, quando basterà la maggioranza semplice.

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Così dall'urna sono uscite 19 schede bianche più una “beffarda” preferenza per Bonomi, pare di De Laurentiis. Pur avendo dalla sua parte un significativo gruppo di club – guidato dalle grandi Milan, Inter e Roma, a cui si è aggiunta la Juventus -, ma non una maggioranza certa, il presidente di Confindustria è stato messo in stand-by.

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Del resto, l'obiettivo resta quello di arrivare ad una convergenza ampia e non ad un'elezione risicata, come accaduto con Dal Pino, scrive stamani Il Corriere dello Sport.

«Non è bruciato, non è stato nemmeno votato», ha assicurato Marotta, all’uscita.

E, infatti, trapela che Bonomi non abbia cambiato idea, confermandolo anche in un primo contatto con Percassi, vice-presidente e reggente della serie A. Resta la variabile tempo (e magari qualche pressione esterna), nel senso che la prossima Assemblea elettiva non dovrebbe tenersi prima di 10-15 giorni.

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Probabile che l’appuntamento sia per il 1° marzo, mentre la prossima settimana ci sarà una riunione su altri argomenti. Attenzione, poi, alle manovre di Lotito. Il numero uno della Lazio, comunque, un suo uomo l’avrebbe, ovvero Lorenzo Casini, capo di Gabinetto del Ministro della Cultura Franceschini, ma non ne ha mai avanzato ufficialmente la candidatura.

Nei prossimi giorni, Percassi si aspetta di raccogliere tutti i nomi (ad oggi l’unico è Bonomi) e poi di fare in modo che i candidati incontrino i presidenti. Sempre che le strategie delle varie fazioni non impongano un percorso differente.


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