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La garra di Torreira, i gol di Cabral-Piatek: quanti motivi per sfidare Vlahovic

Da chi ha voluto la Fiorentina ad ogni costo, a chi invece se n'è andato a gennaio. Igor-Milenkovic proveranno a fermare Dusan, ma non saranno soli

Di nuovo contro, quasi cinquanta giorni dopo l’ultima volta, dopo aver condiviso a lungo lo stesso spogliatoio, viola. Milenkovic, Igor, capitan Biraghi ritroveranno Dusan Vlahovic, ma stavolta il bivio è proprio lì davanti. In ballo c’è la finale di Coppa Italia, c’è il riscatto di una squadra che nonostante l’addio del proprio capocannoniere ha saputo farsi forza e ripartire persino più forte di prima.

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Così scrive Il Corriere dello Sport - Stadio.

SFIDA DEI BALCANI. Per Milenkovic sarà una sorta di “derby del cuore”: di fatto sono stati acquistati insieme, dal Partizan Belgrado. Insieme a Igor, l’altro alfiere della difesa viola, sarà Milenkovic a dover costruire una ragnatela perfetta attorno al gigante dell’attacco bianconero.

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Ci sono già riusciti nella gara d’andata. Le motivazioni, di certo, non mancheranno, né da una parte né dall’altra.

GARRA LATINA. E poi ci sono tutti gli altri, a cominciare da Lucas Torreira. Lo ha urlato sui social, di volersi prendere ad ogni costo la finale.

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Sa bene che la sfida rischia di essere una sorta di “Davide” contro “Golia”, ma sono queste le gare che più lo intrigano, quelle da combattere vestendo i panni di quel gladiatore che ha dimostrato di essere in questi mesi. Vlahovic lo ha conosciuto da vicino, è vero, ma questa sua capacità di infilarsi tra le linee, muovendosi in verticale, potrebbe sorprendere pure lui, il calcolatore dell’attacco bianconero. Ha sposato senza incertezze la causa viola fin dall’inizio ed è ora che serve uno scatto ulteriore, ora che in ballo c’è il ritorno in una finale di Coppa, otto anni dopo l’ultima volta.

C’è da tenere alto l’onore di Firenze, l’orgoglio di una città che si è sempre stretta attorno ai suoi giocatori senza incertezze.

GLI EREDI. Davanti, invece, il testa a testa sarà per cancellare definitivamente il passato. Cabral è arrivato quando Vlahovic stava già preparando la valigia, Piatek invece si è presentato a Napoli con un gol, facendo proprio staffetta col serbo.

Adesso sono i due centravanti a voler dettare legge nella tana del nemico, al di là di chi sarà chiamato a scendere in campo dall’inizio. Hanno già rotto il ghiaccio entrambi, trasformandosi in un valore aggiunto della squadra e la notte di Torino può diventare davvero quella della definitiva consacrazione.

Il presente ed il futuro dell’attacco viola che vogliono mettere una pietra tombale su quello che è stato, sancendo l’inizio di una nuova era, all’insegna di chi la Fiorentina l’ha voluta ad ogni costo.


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