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La Fiorentina manda in crisi Inzaghi: il tecnico sotto accusa, si gioca la permanenza

La frenata Scudetto e solo 7 punti in 7 partite: il pari con i viola apre definitivamente la crisi nerazzurra. Con dubbi anche sul futuro del tecnico

Il pari di sabato contro la Fiorentina ha mandato definitivamente in crisi l'Inter. E Inzaghi. "Inzaghi, hai perso l'Inter. Mentalità fragile e poche varianti: ora anche Simone finisce sotto accusa", titola La Gazzetta dello Sport.

L’Inter è una macchina in panne, per fortuna del pilota Simone Inzaghi il Gran Premio - pardon, il campionato - non è ancora finito. Non è l’ora degli interventi drastici, questa: il tecnico ha la fiducia del club. Ma i bonus non sono infiniti: c’è necessità di sterzare, di accelerare, di un pit-stop rigenerante in questa pausa.

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C’è bisogno di farlo subito, che l’allenatore per primo dia un segnale nell’ottica di questa classifica ma non solo: che sia per lo scudetto o no, gli ultimi due mesi di stagione saranno utili anche ragionando sul futuro, per liberare il campo da qualsiasi dubbio.

BLOCCO MENTALE E FISICO. L’Inter ha perso la via, ha smarrito in pochi mesi la mentalità vincente costruita da Antonio Conte. Sentir parlare i protagonisti di «scarso entusiasmo» è una spia troppo lampeggiante per essere ignorata.

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Trasmettere fame, motivazioni, voglia di vincere è compito dell’allenatore: facile che accada contro il Liverpool, meno dentro un campionato da rivincere. Altra spia: la pressione. L’Inter si è sciolta non casualmente dopo il derby.

L’Inter ha un blocco mentale da superare, è evidente. Ma il problema è anche di natura fisica. Il calendario non ha dato una mano, certo, piazzando tutte insieme partite dal coefficiente di difficoltà elevatissimo. Ma qui Inzaghi ha pagato dazio oltre ogni ragionevole aspettativa.

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È un tema di discussione vivo ad Appiano: non tutti nello staff tecnico di Inzaghi sono abituati a gestire un gruppo con tanti nazionali e tanti impegni ravvicinati, la cosa ha portato anche a un dibattito interno molto acceso.

MAI UNA SVOLTA. L’assenza di un piano B è ormai acclarata. Questa Inter è sempre rimasta troppo fedele a se stessa. Il caso Brozovic è esemplare: non c’è giocatore più insostituibile nella rosa dell’Inter. Una grande squadra però non può dipendere da un solo calciatore.

Un colpo di mano, un’invenzione sarebbe stata forse necessaria. Un cambio di modulo, forse. Oppure una mossa per sorprendere gli avversari. Le sostituzioni di Inzaghi sono state troppo spesso oggetto di discussione, anche contro la Fiorentina.

MERCATO E PERMANENZA. "Il futuro di Inzaghi si gioca in un mese", titola invece Il Corriere della Sera. Inzaghi ha seguito il binario di Conte, si è incartato strada facendo. In un momento di difficoltà serve coraggio. Occorreva a Liverpool sull’1-0, andava speso Dzeko nel finale, e contro la Fiorentina, dove era meglio non richiamare in panchina Dzeko e Lautaro insieme.

Qui c’è un concorso di colpa con società e proprietà, si torna all’estate. Incassati 185 milioni sarebbe stato giusto reinvestire su un attaccante di spessore, facendo uno sforzo da 80 milioni per Vlahovic o, quantomeno, bisognava assicurarsi un vice Dzeko più economico, c’erano Zapata e Belotti disponibili, e non puntare l’unica fiche da 30 milioni su Correa,buon giocatore ma meno funzionale.

Non era urgente a gennaio Gosens, ottimo per il futuro, un di più oggi. Contro la Juve alla ripresa passa la stagione dell’Inter. Inzaghi non deve sbagliarlo, si gioca tutto nel prossimo mese, anche la permanenza.


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