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Kean e Gud, la coppia dei sogni: la Fiorentina si affida ai loro gol per rialzare la testa

Per uscire dalla situazione da incubo in classifica, la squadra viola si mette nelle mani dei suoi due attaccanti con più reti e assist

Moise Kean più Albert Gudmundsson: per attitudini, per caratteristiche, per qualità. Per forza di cose. I due gol su rigore, realizzati uno a testa dall’islandese e dall’azzurro, che hanno permesso alla Fiorentina di evitare il ko contro il Bologna sono solo l’ultimo, significativo esempio.

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Se la Viola ha un modo per risollevarsi, questo passa dalla coppia meglio assortita e con più gol e assist in dote dell’attacco di Pioli. La coppia dei nuovi sogni estivi, la coppia per uscire dall’incubo. Così il Corriere dello Sport - Stadio.

MOISE PIU' UNO. "Moise deve giocare con uno vicino e non con uno sulla stessa linea". La ceralacca sulla questione 'Kean con chi' ce l’ha messa Stefano Pioli una mezz’oretta dopo la fine della partita con il Bologna. Adesso sarà per forza così.

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Altre soluzioni offensive sono possibili a gara in corso, com’è stato proprio contro i rossoblù. Il tecnico parmigiano ha prima inserito Dzeko accanto a Kean, lasciando Gudmundsson alle loro spalle (quello che la Fiorentina non si può permettere ora, sempre stando alle parole pronunciate da Pioli, in questo caso al termine della gara di Conference League a Vienna in risposta allo stesso Dzeko che aveva appena promosso la causa di una squadra a trazione anteriore con due attaccanti “puri” contemporaneamente in campo).

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Poi addirittura ha puntato sul triplo centravanti, facendo entrare anche Piccoli (con l’ex Genoa in campo). Va detto che c’era da rimontare lo svantaggio e il 'tutti dentro' è stata un po’ la mossa della disperazione. Senza dimenticare che Gudmundsson per Pioli è attaccante a tutti gli effetti (domenica in effetti ha giocato un po’ più vicino a Kean fin dall’inizio di quanto avesse fatto nelle precedenti occasioni).

E i numeri piano piano cominciano a dare ragione all’allenatore. MOISE PIU' GUD. Nonostante due mesi di stagione complicati (del calciatore e della squadra, anzi forze l’ordine è da invertire nel rapporto causa-effetto), nonostante le difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti, nonostante qualche panchina inattesa e però logica per la mancanza di un contributo di sostanza, il 10 viola con quello dell’altro ieri è arrivato a quota 3 gol segnati tra campionato (1) e Conference League (2).

E se è lui il capocannoniere, la dice lunga sul rendimento in attacco della Fiorentina (ma si sapeva). Tre gol e anche due assist (uno per il colpo di testa di Mandragora nel provvisorio 1-0 a Cagliari e uno difendendo il pallone al limite dell’area da dare a Ndour per il 2-0 al Sigma Olomouc) in dieci presenze sommando Italia ed Europa.

Insomma, nonostante tutto, 3 gol e 2 assist fanno di Gudmundsson il partner ideale per forza di cose di Kean. Che di suo aggiunge un paio di gol, uno bello ma ininfluente ai fini del risultato alla Roma, però utile per rompere il ghiaccio che stava diventando maledettamente “spesso”.

L’altro fresco fresco di un paio di giorni fa che ha cercato (semirovesciata sul braccio di Bernardeschi), voluto (mentre al Var controllavano, intorno al dischetto si è creato un capannello di giocatori decisi a battere il rigore, ma alla fine il pallone se è preso lui) e realizzato.

Per evitare una sconfitta che avrebbe avuto effetti (im)prevedibili e per dare un segnale. Insieme a Gud.


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