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Italiano tra amarezza e bicchiere mezzo pieno. Ma ora serve la miglior Fiorentina per non buttare mezza stagione. Dal mercato arriva l'ultimo 10%?

"Ogni tiro che subiamo prendiamo gol", l'amara constatazione del tecnico. Vecchi errori ma anche nuove qualità. Primo bivio della stagione

Tanto turnover, l'inserimento dei nuovi ma anche due punti buttati. C'è amarezza, e non potrebbe essere altrimenti, dopo il pareggio interno di domenica contro il Lecce. Da 2-0 a 2-2, alla prima in casa, senz'altro fa male. Ma dal gruppo viola e anche dallo stesso Italiano prevale la linea del 'bicchiere mezzo pieno'.

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Dalle parole del tecnico, ma anche di un leader come Bonaventura (capitano contro i salentini), emerge l'esperienza di chi conosce il calcio: ad inizio stagione è normale che ci siano cose imperfette, da migliorare, formazioni che ti mettono in difficoltà anche se sulla carta più deboli.

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Basta vedere tanti risultati di questo inizio campionato, con diverse piccole o neopromosse che hanno tolto punti ad avversarie più quotate in teoria. Però insomma, non si può fare neanche finta di niente, ovviamente. E anche Italiano l'ha sottolineato.

VECCHI DIFETTI. "Abbiamo fatto rientrare noi in partita il Lecce. La responsabilità è nostra. Due palloni persi in mezzo al campo e abbiamo subito gol: sono amareggiato", ha detto l'allenatore viola a caldo. E poi: "Ogni tiro che subiamo prendiamo gol.

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Ci stiamo portando dietro questo difetto, dobbiamo lavorare per togliercelo perché sennò compromettiamo le partite e perdiamo punti. Non è possibile che una partita del genere in cui sei in pieno dominio pareggi 2-2, perdendo punti".

E Italiano ha ovviamente ragione: sono difetti che la Fiorentina si porta dietro da un po'. Perché anche l'anno scorso la squadra viola è stata quella che ha subito di gran lunga meno tiri in porta (media di 9,1 a gara), ma ha finito per essere la 7° difesa insieme al Milan con 43 gol presi in campionato.

Tutto questo, ovviamente, deriva dal tipo di gioco, dalla difesa altissima, da un filtro in mediana che non sempre funziona adeguatamente. Ma soprattutto da errori personali o di deconcentrazione che spesso risultano fatali. Perché facendo un calcio così, i rischi sono moltiplicati rispetto a squadre che magari difendono più basso e con più uomini.

Mentre la Fiorentina più volte accetta la sfida di andare uno contro uno anche con tanto campo aperto. DIVENTARE SQUADRA. Un tipo di calcio che, però, alla lunga ha pagato, perché non bisogna scordarsi da dove partiva la Fiorentina quando è arrivato Italiano.

E con che giocatori ha ottenuto i risultati in questo biennio. Ecco perché comunque il tecnico vede il bicchiere mezzo pieno. Perché in quel primo tempo contro il Lecce ci sono tanti concetti provati in questi mesi, così come per gran parte di gara a Genova.

È mancata stavolta lucidità, tranquillità nel gestire il pallone. Ma anche quel senso di squadra che sicuramente non può essere ottimale a fine agosto. "Diventeremo squadra vera molto presto", ha ripetuto Italiano nelle ultime settimane.

E nel calcio si sa, quanto questo poi conti a lungo andare. E' un concetto importante, non certo secondario. La Fiorentina, non va dimenticato, ha messo dentro ben otto giocatori nuovi, quindi i lavori sono in corso in questo senso.

IL PRIMO BIVIO. Ovviamente ora la testa è rivolta al Rapid. Perché dalla gara di giovedì passa praticamente mezza stagione. C'è da recuperare il ko di Vienna,la Fiorentina ha tutte le possibilità per fare due gol o più agli austriaci.

A patto che... scenda in campo la miglior versione di questa Viola. L'anno scorso nei dentro o fuori questo gruppo ha raramente tradito, ora c'è già il primo bivio della stagione. Servirà il giusto approccio, servirà cinismo, servirà attenzione, servirà anche qualità.

E lucidità nei momenti chiave della partita. Non centrare la qualificazione sarebbe una bella mazzata per tutti. Facile pensare che Italiano si possa affidare a chi dà più certezze in questo momento: Gonzalez e Bonaventura che saranno alla quarta partita di fila, così come Milenkovic e Arthur.

Tornerà Terracciano tra i pali, Ranieri in mezzo, Biraghi a sinistra. Poi i dubbi, perché questo Duncan può giocare al posto di Mandragora, mentre Beltran ha fatto intravedere le sue qualità, anche se con il Rapid potrebbe toccare nuovamente a Nzola dall'inizio.

E a sinistra? Brekalo fin qui non si è acceso, Sottil sta mettendo minuti ma ha sempre i soliti problemi negli ultimi metri, Ikoné non è al 100%, Sabiri idem, mentre Kouame ha giocato solo pochi minuti contro il Lecce in questo avvio.

L'ULTIMO 10%. E poi il mercato. "C’è stata grande condivisione di idee. Il mercato è sempre difficile, ma siamo riusciti a centrare quasi tutti gli obiettivi che ci eravamo posti. Direi il 90 per cento", aveva detto il tecnico, specificando poi: "Era un riferimento al fatto che mancano ancora giorni alla chiusura del mercato e il mercato è sempre imprevedibile.

Mi sono tenuto quella finestrella aperta solo per quello". Ultimi giorni soprattutto per risolvere i casi aperti. Amrabat su tutti. Ma anche Jovic. Due giocatori che pesano a bilancio e non solo. Il primo la Fiorentina lo terrebbe volentieri, se fosse determinato a restare.

Ma da mesi ormai vuole misurarsi su altri palcoscenici, senza però che nessuno abbia portato l'offerta giusta. Davvero alla fine la Fiorentina accetterà un prestito per risolvere la questione? Vedremo. Anche perché dalla sua partenza deriva anche l'inserimento di un altro centrocampista.

In questo senso ancora in stand by l'affare Vranckx. Soprattutto per le richieste del Wolfsburg. Ma il giocatore vorrebbe la Fiorentina, ormai da giorni, anche per riscattare in Italia l'amara annata al Milan. Resta sullo sfondo anche Dominguez, giocatore che piace da tempo ma che è corteggiato anche da squadre di Premier.

SI ALZA IL LIVELLO? E poi il serbo. Ormai un separato in casa, lui sì fuori dal progetto di Italiano. Ma si sa, la situazione è intricata per il contratto particolare (con partecipazione del Real Madrid) e per il decreto crescita.

Ramadani sta vagliando le varie situazioni, anche in Italia (ormai improbabile vada alla Roma, resta la finestra Milan anche se i rossoneri puntano altro). Altro caso da gestire quello di Kokorin. Il russo si è ripresentato bene quest'estate, Italiano è rimasto favorevolmente colpito.

Ha un ingaggio pesante, ma alla fine potrebbe anche rimanere come jolly. E la difesa? Quarta anche con il Lecce ha dimostrato che una separazione può essere la strada giusta per tutti. Ma finché il Betis non un'offerta da almeno 10 milioni, difficilmente si muoverà.

A meno che la Fiorentina non accetti altre soluzioni. A quel punto servirebbe il 'famoso' centrale mancino importante, per fare un salto di qualità dietro. Quella sì, potrebbe essere una 'ciliegina' per l'ossatura della squadra.

E se per Nico la Fiorentina ha fatto muro in maniera decisa, chissà che qualcosa non si possa muovere anche sugli esterni d'attacco. Si è detto poco sopra di come ci siano tanti giocatori per poche certezze. Kouame ad esempio ha tanti estimatori anche all'estero, con l'offerta giusta anche Ikoné non sarebbe incedibile.

Ultimi giorni per capire idee e strategie della società viola.


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