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Italia, stasera il test Norvegia verso i playoff Mondiali: le scelte di Gattuso

Fuori Kean, non rischiato Tonali. Gli azzurri con Retegui ed Esposito davanti contro Haaland

 

Autostima. Coraggio. Ambizione. Italia-Norvegia è anche questo, non c’entra con la classifica, prescindendo dalle domande col retrogusto di provocazione di qualche collega norvegese: «Pensa di poter vincere 9-0?». No, lo sa bene Gattuso: secondo posto e playoff, scrive La Gazzetta dello Sport.

MOSTRUOSO HAALAND. La Norvegia è una delle quattro/cinque top d’Europa, ma per l'Italia un risultato e una bella prestazione sarebbero importantissimi in vista di marzo, qualsiasi squadra affibbi il sorteggio di giovedì tra semifinale e finale. Con questo spirito gli azzurri accolgono stasera a San Siro sua maestà Haaland, capocannoniere delle qualificazioni con 14 gol, ben 53 reti in 47 partite con la Nazionale, più di una ogni 90’. Un mostro.

GATTUSO II. Comincia qui la nuova Italia. Il primo ciclo è finito, ora il Gattuso parte seconda. C’è una “grande” di fronte, dopo cinque partite psicologicamente complicate per la classifica, la crisi tecnica, l’addio di Spalletti, ma contro avversari modesti, piegabili usando testa e tecnica. La Norvegia è un’altra storia: reduce da dodici successi nelle ultime quattordici partite, come se nel settembre 2024 fosse scattato qualcosa nella squadra di Solbakken. Oggi è quasi ingiocabile per come si difende, chiude ogni spazio e poi riparte con azioni in velocità da football americano, fino alla meta di potenza. Ma c’è anche tecnica sulle fasce (Bobb, Nusa), c’è classe in mezzo (Odegaard però ko), oltre al doppio centravanti (Haaland-Sorloth) come l'Italia con Retegui-Esposito, un incrocio che inciderà sul risultato. La Norvegia dirà tanto sul valore reale degli azzurri.

SCELTE. Con la Moldova sono piovute critiche, comprese quelle del presidente del Senato che non ha ben distinto la legittimità dei fischi da auguri macabri e insulti che una carica dello Stato doveva denunciare: Gattuso gli ha risposto per le rime. Ed è giusto ricordare che alla fine i suoi azzurri, criticabilissimi, per carità, risolvono sempre la situazione. Cinque partite contro “piccole”, cinque successi, 18 gol di cui 14 nel secondo tempo, 7 (la metà) nell’ultimo quarto d’ora e 4 nei recuperi. Niente 4-2-4, sarà 3-5-2, uno dei tre sistemi fin qui schierati da Gattuso. Senza il leader Tonali, neanche in panchina, per scongiurare il rischio di un secondo “giallo” che gli farebbe perdere la semifinale dei playoff. Sarà un’Italia quasi titolare, ma necessariamente diversa nell’atteggiamento. In mediana Barella, Locatelli e Frattesi, esterni Politano e Dimarco. Resta un dubbio in difesa: con Di Lorenzo e Bastoni, e Calafiori non recuperabile, il ballottaggio è tra Mancini e Buongiorno. In porta Donnarumma.

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