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Il ribaltone di Empoli è il cruccio di Italiano. Ma da allora la Fiorentina è più matura

Domani bisognerà non ripetere quegli errori. Da allora i viola sono più maturi, una qualità fondamentale per puntare all’Europa

È l’incubo ricorrente di Vincenzo Italiano. Un tormento che ogni tanto torna a bussare alla porta del mister e capace, ancora oggi, di rovinargli una giornata. «Una sconfitta così mi fa venire il mal di stomaco», disse commentando quello sciagurato 2-1.

Per distacco, il k.o. che gli ha fatto più male. Scrive il Corriere Fiorentino. Perché quel pomeriggio ad Empoli la sua Fiorentina fu capace di dominare praticamente per tutti i 90’ riuscendo, con un vero e proprio suicidio sportivo, a perdere una partita sostanzialmente già vinta.

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Colpa (soprattutto) di quell’indole super offensiva figlia della mentalità portata in dote dallo stesso Italiano. Ma che in qualche occasione (in quella, in particolare) è sfociata in una (poco lucida) ricerca della vittoria a tutti i costi.

Fu, quello, un cazzotto talmente forte il cui ricordo, come spesso capita in questi casi, ha comunque permesso ai viola di non ricadere (quasi) più in errori del genere.

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Quella, per esempio, era una squadra da tutto o niente

O vinceva, o perdeva, senza accorgersi che a volte anche un pareggio può tornare utile. Per la classifica, e non solo. Un gruppo maturo però, si riconosce anche dalla capacità di imparare dai propri errori. E questa Fiorentina lo è.

Non è un caso insomma se poco dopo (in casa contro il Sassuolo, e al Bentegodi con l’Hellas) arrivarono un 2-2 e un 1-1. Due punti preziosi (i primi pareggi del campionato), in coda a due sfide che Biraghi e compagni avrebbero potuto vincere, certo, ma per come si erano messe potevano anche finire peggio.

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Quella sberla del Castellani però, è stata anche una delle tante cadute dalle quali i viola hanno saputo rialzarsi. A quel ko infatti, seguirono tre successi di fila in campionato (contro Sampdoria, Bologna e Salernitana). E la vittoria sul Benevento in Coppa Italia.

Una lezione dolorosa insomma, ma utile. Certo. Alcuni limiti restano. Analizzando i numeri infatti, si scopre che la Fiorentina continua a subire troppi gol nei secondi tempi e, in particolare, nell’ultima mezz’ora. Su 38 reti subite, ben 25 sono arrivate nei secondi 45’ (66%) e addirittura 17 (45%) negli ultimi trenta minuti.

E basta pensare alla sconfitta di Reggio Emilia col Sassuolo, o allo 0-1 con la Juventus nella semifinale d’andata di Coppa (match che esula dalle statistiche appena citate) per accorgersi di quanto certi cali di tensioni siano, ancora, motivo di preoccupazione.

Ed ogni volta la mente torna lì. A quel 2-1 con l’Empoli che domani, Italiano, cercherà di cancellare definitivamente dalla memoria. Per farlo, va da sé, serve un successo.

Non sempre però, e così veniamo ad un altro limite da superare in questo sprint finale di stagione, la Fiorentina ha saputo ripresentarsi al meglio dopo una sosta

Ce ne sono state 5 fino ad oggi e il ruolino di marcia parla di 2 vittorie (alla terza giornata contro l’Atalanta e alla tredicesima, contro il Milan) e 3 sconfitte. La prima, dolorosissima, arrivò a Venezia. La seconda, la più pesante fino ad ora, a Torino, contro i granata.

L’ultima, un paio di mesi fa, in casa contro la Lazio. Son state proprio queste, probabilmente, le tre peggiori prestazioni stagionali. Sarà perché giocatori fondamentali come Nico, Torreira e Quarta sono ogni volta costretti a lunghissimi viaggi.

O perché per uno come Italiano è troppo importante la preparazione nel minimo dettaglio di ogni appuntamento. Di certo c’è che domenica, anche questa tendenza, andrà invertita. «Sbagliando s’impara», dice il saggio. E la Fiorentina, dopo Empoli, ha dimostrato di essere un’allieva capace di capire anche le lezioni più dure.


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