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Ikonè riparte da Napoli: i lampi in Coppa, le panchine, i gol sbagliati e tante difficoltà

Già mascotte nello spogliatoio, in campo però fatica e non solo per i gol (pesanti) sbagliati. Le polemiche per quell'intervista ma anche la voglia di affermarsi

Per Jonathan Ikoné l’inizio dell’avventura in viola era stato (quasi) perfetto.

Lasciando da parte il suo esordio assoluto infatti (appena 12’ nella disastrosa trasferta sul campo del Torino) a far ben sperare fu soprattutto la gara in Coppa Italia contro il Napoli quando, in poco più di mezzora, regalò a Maleh l’assist per il 2-5 definitivo e, soprattutto, mise in mostra tutto il suo talento.

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Velocità, dribbling, visione di gioco, gestione del pallone

. Così scrive il Corriere Fiorentino. IMPATTO. Un impatto più che positivo insomma, che fece immaginare a tutti un ingresso in pianta stabile tra i preferiti di Italiano.

Ma quei lampi sono rimasti poco più di un’illusione. Almeno per ora. Nei suoi primi tre mesi fiorentini infatti, il francese ha trascorso la maggior parte del tempo in panchina. Titolare solo 4 volte su 12 partite, per 417' totali (34,75’ di media): non è certo quello che si sarebbe aspettato al momento della firma.

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POLEMICHE E SORRISI. «Perché una squadra intermedia come la Fiorentina? È un buonissimo club, avevo bisogno di una nuova sfida e non volevo bruciare le tappe. Voglio procedere passo per passo»ha detto nei giorni scorsi Ikonè.

Una frase che ha immediatamente scatenato polemiche e discussioni per via di quella definizione («intermedio») con la quale lui e il giornalista che l’ha intervistato si riferiscono al livello dei viola. Come se Firenze fosse solo una tappa di passaggio tra il Lille e un club ancora più importante.

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Per questo, e per il furto nella sua abitazione durante la gara di domenica scorsa con l’Empoli, per «Jorko» non sono stati giorni facili. Eppure, chi lo conosce, assicura di non avergli mai visto perdere il sorriso. Fin da subito è diventato una vera e propria mascotte del gruppo.

L’ambientamento

insomma, sotto questo aspetto, è stato perfetto. PROBLEMI. Il problema è il campo. È lì che Ikoné sta faticando. E non è (solo) una questione di gol sbagliati. Certo, gli errori col Sassuolo, il palo con la Juventus in coppa e l’occasione mancata nel finale della sfida di San Siro con l’Inter pesano, ma c’è di più.

Il mister infatti ama giocare con gli esterni a piede invertito e con lui (essendoci già Nico come mancino) non può farlo. E poi c’è quella sua tendenza ad accentrarsi e, altro aspetto fondamentale, le difficoltà nel sacrificarsi in fase difensiva.

Domenica però potrebbe toccare a lui. E chissà che l’aria del Maradona, dopo quei primi, promettentissimi lampi, non gli regali a Ikoné la giusta ispirazione per trovare (finalmente) il primo gol in maglia viola.


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