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Ikoné, non basta correre. Ora servono precisione e gol per la Fiorentina

Ha toccato i 33 all’ora in uno scatto, ma ha fallito due grandi occasioni: deve incidere di più

Sullo sprint, ha corso più velocemente dell’ultima gara giocata, contro il Sassuolo. Superando il muro dei 33 chilometri orari, 2 in più di quanto fatto vedere al Mapei. E’ stato il secondo viola per tiri tentati (3) dietro a Bonaventura (4).

E pure quello che ha visto infrangere il sogno di finire nell’Olimpo degli “Immortali” che segnano contro la Juventus. Jonathan Ikoné, adesso, ha bisogno di focalizzare la mira. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio. E’ formidabile nell’attaccare lo spazio, nell’allargarsi e nello schiacciare il piede sul gas.

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Ma deve raggiungere l’ultimo step. Anche perché alla Fiorentina mancano soprattutto i gol dei suoi esterni.

GLI ASSIST

Ikoné, il cui percorso di crescita dal suo arrivo, a fine dicembre (col permesso del Lilla), è già evidente, adesso, deve puntare ancora più in alto. Ha già mostrato il suo repertorio in tema di assist. Il primo è stato per Maleh, in Coppa contro il Napoli; il secondo, invece, per Torreira col Genoa.

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Ma Firenze aspetta solo di esultare per un suo gol. L’ultimo lo ha segnato al Siviglia, in Champions League. Decisivo per altro per regalare ai francesi la vittoria nella bolgia del Pizjuan. Ora c’è bisogno di far scoccare la scintilla con la maglia viola indosso.

Sia chiaro, non ha mai superato la doppia cifra in carriera. Al massimo, di reti ne ha realizzate 7, la passata stagione, tra Ligue 1 e Europa League. Tocca a lui provare a sfruttare il calcio offensivo e totale di Italiano per decollare definitivamente.

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E fare il salto di qualità che la città aspetta di applaudire.

L’INTESA

Capisce già bene la lingua - così ha raccontato il tecnico -, pure se fatica ancora a parlarla fluentemente. E l’intesa coi compagni pare già ottimale. Torreira, per esempio, ci ha messo pochissimo a capire che il valore aggiunto sarebbe stato quello di sfruttare la sua rapidità.

Non è un caso che proprio l’altra sera il pallone messo in verticale che poi si è stampato sul palo glielo abbia servito lui. Ikoné, dal canto suo, freme. Ha voglia di tornare a vincere, di rivedere i tifosi esplodere di gioia.

E, soprattutto, di poter essere l’uomo in più per provare a ritornare a calcare campi internazionali. Lui che pur di vestire la maglia della Fiorentina ed investire su questo progetto ha lasciato una squadra qualificata agli ottavi di Champions League.

DETERMINAZIONE

E’ talmente tanto determinato da aver già lanciato il “guanto di sfida” alla stessa Juventus. Pure se alla seconda semifinale mancano più o meno 50 giorni: «Non ci arrendiamo, ci vediamo al ritorno». E' vero, la strada è in salita, ma per niente sbarrata.

Ikoné, ora, vuole scattare via veloce, provando a spezzare la maledizione del gol degli esterni.


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