Ikonè: "Inizio difficile, lo sapevo. Italiano decisivo per la mia scelta. Europa? Daremo il massimo"
Parla l'esterno francese: dal tormentone 'mangia bene mio fratello' alla scelta della Fiorentina, dal periodo di adattamento alla prossima stagione. E sul Mondiale...
Lunga intervista ad Eurosport per Jonathan Ikonè, a quattro mesi e mezzo dal suo arrivo alla Fiorentina. L'esterno francese parte dal 'tormentone' "mangia bene mio fratello", rilanciato dalla pagina Suffering Fiorentina ed entrato presto nello spogliatoio viola.
Tutto parte dall'assist per Maleh in Coppa a Napoli: "Volevo usare l'espressione che si usa in Francia per aver fatto un bel passaggio decisivo, ma in Italia non esiste proprio. Così ora anche i tifosi mi chiamano così, e anche i miei compagni di squadra, come Piatek.
Ci ridiamo e mi rende felice". FIORENTINA. Come si trova a Firenze? "Abbastanza bene, sono felice qui. Il mio adattamento sta continuando a Firenze, questa è la cosa più importante. Se mi aspettavo queste difficoltà? Sì, è normale.
I primi mesi sono sempre più complicati. La lingua, il contesto... Tutto cambia. ne ero consapevole. Ma io sono uno che compete e intendo lottare per superare gli ostacoli. Ero arrabbiato dopo alcune brutte partite che ho fatto".
Di cosa ha bisogno per essere di nuovo decisivo? "Penso che dovrei tentare di avere più chance. Spesso cerco di saltare l'ultimo giocatore prima di tirare, mentre a volte non è necessario. Penso che sia una fase del percorso, ma ci arriverò".
CAMBIAMENTI. Italiano ha detto di lei che c'erano molte cose su cui doveva adattarsi, lavoro, meccanismo e modo di pensare. E' d'accordo? "Certo, c'erano molte cose da cambiare, era tutto totalmente diverso da quello che stavo facendo a Lille.
I primi giorni non sono stati dei più semplici, mi hanno aiutato principalmente a conoscere questo nuovo ambiente. Mi ci è voluto del tempo per capire i miei compagni, per imparare la lingua... Ed è fondamentale che anche loro capiscano cosa voglio in campo. All'inizio era più complicato di adesso.
Oggi capisco e posso esprimermi meglio". ITALIANO. "È un allenatore destinato a fare grandi cose. Conosce molto bene il calcio e, grazie a lui, facciamo un gioco molto moderno. Con lui giochiamo a calcio. Ci insegna anche a difenderci bene e conosce ogni zona del campo.
Il "Mister" potrà fare grandi cose nel calcio italiano, questo è certo". Il suo profilo ti ha convinto a firmare per la Fiorentina? "Posso anche dire che è stato un fattore decisivo nel mio pensiero. La Fiorentina sta tornando in alto in questa stagione.
Quando ho visto alcune partite, ho visto che era una squadra che giocava a calcio. È qualcosa che amo e che mi ha spinto a venire". MEZZALA CON LA JUVE. "Sono un giocatore versatile, anche se ho le mie preferenze. L'allenatore conosce il calcio e ha visto che potevo giocare anche io in quella posizione.
Beh, questo non mi disturba. Ho una posizione in cui mi sono evoluto per tutta la vita, ma mi adatto alla sua volontà senza alcun problema. Tutto ciò che conta è essere in grado di aiutare la squadra". PRIMO GOL. Il gol al Napoli è stata una liberazione?
"Sì, mi ha dato più fiducia e mi ha spinto a provarci di più. Ero orgoglioso di me stesso dopo quella partita, ma è stato grazie a questa squadra che mi ha aiutato a trovare la rete". SPOGLIATOIO. "Questo gruppo è come una famiglia.
Abbiamo sempre la volontà di difenderci gli uni dagli altri, anche quando è difficile. E' qualcosa che mi ha colpito. Abbiamo bisogno di questa mentalità per andare avanti". OBIETTIVI DEL PROSSIMO ANNO. "Quello che è certo è che mi aspetto di più e che farò di tutto per raggiungere gli obiettivi.
Soprattutto, spero che li raggiungeremo tutti insieme, con la mia squadra. La priorità va sempre al collettivo. Un obiettivo concreto? Ne ho uno, ma non te lo dico. A meno che non ci riesca (ride)". SOGNO EUROPA. "Ci crediamo.
Tutti vogliono vincere, faremo di tutto per arrivarci. Daremo il massimo, la nostra mentalità è quella di non mollare fino alla fine". LASCIARE IL LILLE A GENNAIO. "Per me era il momento giusto. Ho passato molti anni in Ligue 1, con il dono del titolo con il Lille.
Mi sono detto che era ora di guardare un po' più in là, di cercare nuovi obiettivi". DIFFERENZE TRA FRANCIA E ITALIA. "Questi sono due campionati diversi ma di alto livello. Qui sono più le tattiche a prevalere, come il gioco delle posizioni.
In Ligue 1 è un po' più difficile. A livello nazionale, l'Italia è un paese che vive per il calcio. Non ti resta che uscire qualche minuto per incontrare una ventina di tifosi... Sono sempre con noi noi, ci serve tutto questo".
MBAPPE'. Uno degli amici d'infanzia a Bondy: "Era forte fin dai suoi primi passi nel calcio. È una persona di talento con un potenziale enorme, che ha affinato negli anni. Non sono sorpreso dal suo livello e penso di non essere l'unico.
Tutto Bondy conosceva il suo livello. E anche tutta la regione. Per noi è qualcosa di grande ma in fondo normale. Io sono il primo ad essere felice per lui. Sono il suo primo fan, il suo primo amico, e spero che continuerà così.
Gli auguro il meglio per il futuro". NAZIONALE. "Mi piacerebbe trovare la Nazionale, è sempre un onore difendere il proprio paese. È una squadra molto grande. Spero di lavorare bene per darmi delle possibilità a poco a poco, non ho fretta.
Mondiale? Devi fare il massimo in un club per entrare in Nazionale. Spero che arrivi...".



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