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Guai in attacco, il simbolo della crisi è proprio Jovic

La difficoltà a segnare sta diventando un fardello troppo pesante per le ambizioni della squadra

L’ultima partita della serie, il 2-0 contro la Roma, è anche la più difficile da giudicare vista la gara giocata quasi interamente in dieci. Ma ha comunque confermato quanto per la verità già piuttosto noto. La Fiorentina gioca, sviluppa la partita, ha un’identità: ma non segna.

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Il rapporto volume di gioco -reti fatte è un tarlo divenuto ormai quasi un marchio di fabbrica. Nelle sette sfide con le big, i viola sono rimasti all’asciutto per ben 4 volte ed in generale i punti persi per le difficoltà negli ultimi venti metri non si contano più.

Per questo il divario con le prime dovrà iniziare ad essere colmato partendo dalle punte, scrive La Gazzetta dello Sport. Dopo 18 gare di campionato tanto per fare un esempio, i migliori marcatori sono fermi a quota 3 centri (Jovic, Cabral e Bonaventura).

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Il calendario dice Torino sabato al Franchi e prima di ritorno a Roma contro la Lazio: sarebbe una partita perfetta per iniziare ad invertire la tendenza considerato che nella gara di andata la Fiorentina crollò nel finale perdendo quattro a zero in casa, peggior sconfitta stagionale.

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Ne sarà in grado?


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